Tommaso Campanella, Poetica, p. 386
aver significati morali, come ha il Polifemo e le sirene
d’Omero e tutte
le finzioni di Dante, le quali, quanto
più insegnano, tanto più son belle.
Ma perché spesso li poeti pigliano a lodare la casa
d’alcun uomo illustre, come
Virgilio Cesare, l’Ariosto l’Estensi,
è necessario, dove manca la verità della nobiltà,
sì anco o di fatti d’arme o di lettere, fingere che vi siano
stati; però si
fingerà la genealogia troiana, persiana e
mediana, come s’usa, con verasomiglianza
della descendenza;
e quando le cose sono vere, come le predette,
non bisogna
fingere, ma dirle come sono state e colorirle
con l’origine delle cose e lor
condizioni, nel modo
che sopra dicemmo: quando non si fingono, elle sono
più
ammirabili. È poetico in tutto fingere, che non fusse
stato il vero – sì come le nostre
profezie sono, che predissero
di David, e li fatti d’Abramo e d’altri eroi nella
sacra Bibbia – e introdurre i loro antecessori favolosamente,
o andare, come per
esempio, al Paradiso terrestre,
alla tomba di Merlino o nell’Inferno, come andò
Enea, o suscitare anime per parte di pitonesse, come quella
di Lucano e di Saul,
delle quali oltremodo n’è maestro
Dante, e indi di farle informare delle cose future e
loro
descendenze con parole mezzo oscure e brevi, essendo
più somiglianti al vero,
ché quello ch’è da lungi si vede
più tosto come ombra, che come corpo; ma la parte
buona domandi oracolo agli angeli e profeti buoni, e
la cattiva ai mali. E
sopratutto si deve avere riguardo
alla somiglianza del vero, laonde il Tasso erra di
largo
quando introduce Goffredo per la sopravenuta pioggia
addormentarsi sul filo
di mezzogiorno e vedere in sogno
non solo la descendenza de’ suoi lunga e chiara, ma
de’
principali signori d’Italia, particolarmente napolitani,
oggi viventi: il che
pare impossibile, altri in così poco
tempo abbia potuto riconoscere così nominatamente
tanti
uomini e forse non molto chiari, i quali a pena in due
ore si possono
raccontare; e in quel tempo che tutti
avean bisogno per la battaglia passata, sarebbe
sciocchezza
al capitano dormir tanto, ma era offizio suo vegghiare,
mentre tutti
dormivano per gran bisogno, e mostrarsi