Tommaso Campanella, Epilogo magno, p. 206

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[AVERTIMENTO.
a.Se non piacesse questo nome di fato e destino a theologi,
benché io habbia dichiarato ch'egli sia il voler divino e l’accordo
de tutte le cause agenti in virtù della prima, si può mettere il
nome di conordinamento overo coordinazione.
]
[DISCORSO DECIMO]
Della Providenza divina, li cui instrumenti sono il fato,
armonia et necessità.
Il quale inestò l’armonia e corrispondenza di tutte le
parti et attioni per questa maniera della sua operata arte,
che se la terra fosse stata fuora del cielo, o sarebbe fuggita
da lui suo nemico né si fora il Mondo distinto in questa
bellezza che fanno i due primi corpi; o se fuggir non havesse
potuto, dall’una parte sarebbe scottata dove il globbo igneo
l’assaliva, e dall’altra freddissima dove se n'fugge
et unisce il nemico manco forte, senza farsi le cose belle
c'hor si fanno.
Il qual nemico freddo doveva cedere et
esser spento, o resistere con forze eguali, onde né altro
si farebbe d'essi due: ma restando in mezzo e hor vincendo
et hora perdendo, vengono a farsi cose mezzane senza
la destruzzione del contrario men forte, perché, girando
a torno il cielo sopra la terra con le parti sue spiegate, non

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