Tommaso Campanella, Monarchia del Messia, p. 64

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del mondo, sendo per terra a noi naturali, et spargendosi dal capo
gli ordini, e le leggi, et magistrati per tutta la terra con prestezza di
corrieri, navigationi et assistenza d’esserciti in certi lochi più sospetti,
e per essercitio si potria ben guidare, perché di più il suo essempio
dell’anima e del capo è falsissimo, perché la repubblicaè ben corpo,
ma il prencipe non è anima, e però non può stare se non come capo
e primo membro più degno, ma la religioneè anima, la quale si
trova per tutto tutta, et in ogni parte tutta, poiché tutta la repubblica
et ogni huomo particolare ha da credere li medesimi articoli
et il medesimo Vangelio, e questo col timore, et amor di Dio e del
paradiso, et del timore dell’inferno per tutto va.
Aristotele dunque
conobbe solo il timor servile e la forza del prencipe non sacro, che
egli non crede all’altra vita doppo morte, né conobbe la forza della
religione mirabile et il secolo ringenerato in Dio, et unito in una
fede, ma mirò al corrotto et scismatico de suoi tempi.
Ma in Christo
non est barbarus, neque Scytha, Iudeus neque Gentilis, sed omnia in
omnibus Christus
, che per tutto regge con la religione unitiva mirabilmente
più che con ogni altra forza: e se Augusto avesse avuto la
religione bona, et unitiva, e non la divisiva idolatra de facili poteva
multiplicare, unire, et mantenere l’imperio universale. Già si vede
che il re di Spagna domina tutto il mondo in giro, e paesi lontanissimi,
e per mare subbito soccorre a tutti li bisogni, e per viceregi provede,
e per la religione li tiene collegati; et se havesse tutte le zone
della terra, potria fare l’istesso con multiplicare li governi, e mettere
sempre doi capi in ogni provincia come consoli, che l’uno morto,
succeda l’altro, o il consiglio collaterale. Similmente il papa con l’essere
solo unico capo del mondo tutto a tutte nationi provede per via
d’arcivescovi, vescovi, patriarchi e concilij, e pur dove non regnano
spagnoli, et anco fra turchi. Hor quanto meglio faria questo, se tutto
fusse suo pur in temporale. Grande è la forza della religione.
Però
stoltamente il Soto, per voler seguire Aristotile, dice che il dominio
di tutto il mondo in uno è contro natura, et impossibile, et è usanza
de’ peripatetici dir contro natura ciò che non piace ad Aristotile, e
poi accetta il dominio del papa come raggionevole e possibile per
tutto il mondo unico in spirituale. Hor lui, dico, che impedisce, che
non sia pur il medesimo, sendo signor in temporale egli ancora, e

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