infinito - 1 agg. La terza mostra il modo della consistenza di corpi mondani,
et dechiara essere infinita la mole de l'universo; Tutta via dopo
aver rese le grazie a gli dei distributori de doni che procedono dal primo et in
finito omnipotente lume; et aver magnificato il studio di questi generati
spiriti conoscemo apertissimamente che doviamo aprir gli occhi a quello ch'hanno
osservato, et visto: et non porgere il consentimento a quel ch'hanno conceputo,
inteso, et determinato. Cossì conoscemo tante stelle, tanti astri, tanti numi,
che son quelle tante centenaia de migliaia ch'assistono al ministerio et contem
plazione del primo, universale, infinito, et eterno efficiente. Cossì
siamo promossi a scuoprire l' infinito effetto dell' infinita causa, il
vero, et vivo vestigio de l' infinito vigore. noi che veggiamo un
corpo aereo, etereo, spirituale, liquido, capace loco di moto et di quiete, sino
immenso et infinito, (il che dovamo affermare al meno perché non veg
giamo fine alcuno sensibilmente, né razionalmente) Et che non è da credere
altro firmamento, altra base, altro fundamento, ove s'appoggino questi grandi
animali che concorreno alla constituzion del mondo. Vero soggetto, et infi
nita materia della infinita divina potenza attuale: Or questa di
stinzion di corpi ne la eterea reggione l'ha conosciuta Eraclito, Democrito, Epi
curo, Pitagora, Parmenide, Melisso, come ne fan manifesto que' stracci che
n'abbiamo, onde si vede, che conobbero un spacio infinito, regione infinita,
selva infinita, capacità infinita di mondi innumerabili simili a questo.
I quali cossì compiscono i lor circoli come la terra il suo, et però anticamente
si chiamavano ethera ciò è corridori, corrieri, ambasciadori, nuncii della magni
ficenza de l'unico altissimo, che con musicale armonia contemprano l'ordine
della constituzion della natura, vivo specchio dell' infinita deità. Io
ti scongiuro Nolano per la speranza c'hai nell'altissima, et infinita unità
che t'avviva, et adori. la differenza tra la causa formale universale, la
quale è una anima per cui l'universo infinito, come infinito, non è
uno animale positiva- ma negativamente, e la causa formale particulare moltiplica
bile e moltiplicata in infinito; cossì la infinita dimensione,
per non essere magnitudine, coincide con l'individuo, come la infinita
moltitudine, per non esser numero, coincide con la unità. Ecco dunque,
che della divina sustanza, sì per essere infinita sì per essere lontanissima
da quelli effetti che sono l'ultimo termine del corso della nostra discorsiva facul
tade, non possiamo conoscer nulla, se non per modo di vestigio, come dicono
i platonici, di remoto effetto, come dicono i peripatetici, [i mondi] mon
strano e predicano in uno spacio infinito, con voci innumerabili, la in
finita eccellenza e maestà del suo primo principio e causa. il primo
principio assoluto [...] è grandezza massima, minima, infinita. imparti
bile e d'ogni misura. non è più raggione che diciamo egli [Dio] partirsi
e tornare, esser partito e tornato, da quel punto a quel punto, che da qualsivoglia
altro de infiniti al medesimo. È dunque l'universo uno, infi
nito, inmobile [...]. Non può sminuire o crescere, atteso che è infinito.
Nella sfera, medesima cosa è lunghezza che larghezza e profondo, perché
hanno medesimo termino; ma ne l'universo medesima cosa è larghezza, lun
ghezza e profondo, perché medesimamente non hanno termine e sono infi
nite. Se non hanno mezzo, quadrante e altre misure, se non vi è misura, non
vi è parte proporzionale, né assolutamente parte che differisca dal tutto. Perché,
se vuoi dir parte de l'infinito, bisogna dirla infinito; se è infinito, concorre in
uno essere con il tutto: dunque l'universo è uno, infinito, impartibile.
Sotto la comprensione de l'infinito non è parte maggiore e parte minore,
perché alla proporzione de l'infinito non si accosta più una parte quantosivoglia
maggiore che un'altra quantosivoglia minore; e però ne l' infinita dura
zione non differisce la ora dal giorno, il giorno da l'anno, l'anno dal secolo, il
secolo dal momento; Oltre, quello comprende tutto lo essere total
mente, perché estra e oltre lo infinito essere non è cosa che sia, non avendo
estra né oltra; di queste poi ciascuna comprende tutto lo essere, ma non total
mente, perché otre ciascuna sono infinite altre. Però non falla chi
dice uno essere lo ente, la sustanza e l'essenzia; il quale, come infinito e
interminato, tanto secondo la sustanza quanto secondo la durazione quanto se
condo la grandezza quanto secondo il vigore, non ha raggione di principio né
di principiato; Si che questo mondo, questo ente, vero, universo, infi
nito, inmenso, in ogni sua parte è tutto, tanto che lui è lo istesso ubique. Laon
de ciò che è ne l'universo, al riguardo de l'universo (sia che si vuole a rispetto
de li altri particolari corpi), è per tutto secondo il modo della sua capacità; per
ché è sopra, è sotto, infra, destro, sinistro, e secondo tutte differenze locali, per
ché in tutto lo infinito son tutte queste differenze e nulla di queste. Però
tutto quello che fa diversità di geni, di specie, differenze, proprietadi, tutto che
consiste nella generazione, corrozione, alterazione e cangiamento, non è ente,
non è essere, ma condizione e circostanza di ente ed essere; il quale è uno, in
finito, immobile, soggetto, materia, vita, anima, vero e buono. Cossì
dunque, montando noi alla perfetta cognizione, andiamo complicando la molti
tudine; come, descendendosi alla produzione de le cose, si va esplicando la
unità. Il descenso è da uno ente ad infiniti individui e specie innumerabili,
lo ascenso è da questi a quello. Quindi i Peripatetici e Platonici infi
niti individui riducono ad una individua raggione di molte specie; Quin
di per similitudine molto espressa si vede come la una infinita sustanza
può essere in tutte le cose tutta, benché in altri finita- in altri infinitamente, in
questi con minore in quelli con maggiore misura. Lodati sieno gli dei, e
magnificata da tutti viventi la infinita, semplicissima, unissima, altissima
e absolutissima causa, principio e uno. Per quel dunque, che veggiamo,
più tosto doviamo argumentar infinito, perché non ne occorre cosa che non
sia terminata ad altro e nessuna esperimentiamo che sia terminata da se stessa.
Nono, da che non si può negare il spacio infinito se non con la voce, come
fanno gli pertinaci, in ogni modo l'efficiente infinito sarrebe
deficiente senza l'effetto e non possiamo capir che tale effetto solo sia lui medesi
mo. Al che si aggiunge che per questo, se fusse o se è, niente si toglie di quel che
deve essere in quello che è veramente effetto, dove gli teologi nominano azione
ad extra e transeunte, oltre la immanente; perché cossì conviene che sia infi
nita, l'una come l'altra. come il corpo infinito non è grave né
lieve, e come il corpo finito riceve differenze tali, e come non. Non sono
fini, termini, margini, muraglia che ne defrodino e suttragano la infinita
copia de le cose. Indi feconda è la terra ed il suo mare; indi perpetuo è il vampo
del sole, sumministrandosi eternamente esca a gli voraci fuochi ed umori a gli at
tenuati mari; perché dall'infinito sempre nova copia di materia sottonasce.
Perché come sarebe male che questo spacio non fusse pieno, cioè che questo
mondo non fusse; non meno, per la indifferenza, è male che tutto il spacio non
sia pieno; e per conseguenza l'universo sarà di dimensione infinita e gli
mondi saranno innumerabili. se è raggione che sia un buono finito, un
perfetto terminato; improporzionalmente è raggione che sia un buono infi
nito; perché, dove il finito bene è per convenienza e raggione, l' infinito
è per absoluta necessità. Elpino. L' infinito buono certamente è, ma è in
corporeo. io non richiedo il spacio infinito, e la natura non ha spa
cio infinito per la dignità della dimensione o della mole corporea, ma
per la dignità delle nature e specie corporee perché incomparabilmente meglio
in innumerabili individui si presenta l'eccellenza infinita, che in quelli
che sono numerabili e finiti. il mondo che è in questo spacio finito, com
prende la perfezione di tutte quelle cose finite che son in questo spacio; ma non
già dell' infinite che possono essere in altri spacii innumerabili. Or
io credo che non sia perfidioso tanto pertinace, che voglia oltre calunniare, che
per la raggion del spacio che può infinitamente comprendere, e per la raggione
della bontà individuale e numerale de infiniti mondi che possono essere
compresi niente meno che questo uno che noi conosciamo, hanno ciascuno di
essi raggione di convenientemente essere. Perché infinito spacio ha infi
nita attitudine, ed in quella infinita attitudine si loda infinito atto
di existenza; per cui l'efficiente infinito non è stimato deficiente, e per cui l'at
titudine non è vana. nel spacio infinito o potrebono essere infi
niti mondi simili a questo, o che questo universo stendesse la sua capacità è
comprensione di molti corpi, come son questi, nomati astri; ed ancora che (o si
mili o dissimili che sieno questi mondi) non con minor raggione sarebe bene a
l'uno l'essere che a l'altro; perché l'essere de l'altro non ha minor raggione che
l'essere de l'uno, e l'essere di molti non minor che de l'uno e l'altro, e l'essere de
infiniti che di molti. Possiamo più facilmente argumentare che infi
nito spacio sia simile a questo che veggiamo, che argumentate che sia tale
quale non lo veggiamo né per essempio né per similitudine né per proporzione
né anco per imaginazione alcuna la quale al fine non destrugga se medesima.
perché volete quel centro della divinità che può infinitamente in una sfera
(se cossì si potesse dire) infinita amplificarse, come invidioso, rimaner più
tosto sterile che farsi comunicabile, padre fecondo, ornato e bello? voler più
tosto comunicarsi diminutamente e, per dir meglio, non comunicarsi, che se
condo la raggione della gloriosa potenza ed esser suo? perché deve esser fru
strata la capacità infinita, defraudata la possibilità de infiniti mondi
che possono essere, pregiudicata la eccellenza della divina imagine che deve
rebe più risplendere in uno specchio incontratto e secondo il suo modo di essere
infinito, immenso? perché doviamo affirmar questo che, posto, mena
seco tanti inconvenienti e, senza faurir leggi, religioni, fede o moralità in modo
alcuno, destrugge tanti principii di filosofia? Io dico l'universo tutto
infinito, perché non ha margine, termino, né superficie; dico l'universo
non essere totalmente infinito, perché ciascuna parte che di quello pos
siamo prendere, è finita, e de mondi innumerabili che contiene, ciascuno è fi
nito. Io dico Dio tutto infinito, perché da sé esclude ogni termine ed ogni
suo attributo è uno ed infinito; e dico Dio totalmente infinito,
perché tutto lui é in tutto il mondo, ed in ciascuna sua parte infinitamente e to
talmente: al contrario nell'infinità de l'universo, la quale è totalmente in tutto,
e non in queste parti (se pur, referendosi all'infinito, possono esser chiamate
parti) che noi possiamo comprendere in quello. l'omnipotenza non in
vidia l'essere [ai mondi]; e senza li quali quella, o per non volere o per non pos
sere, verrebe ad esser biasimata per lasciar un vacuo o, se non vuoi dir vacuo,
un spacio infinito; per cui non solamente verrebe suttratta infinita
perfezione dello ente, ma anco infinita maestà attuale allo efficiente nelle
cose fatte se son fatte, o dependenti se sono eterne. E non veggo come
alcuni intendano quel che dicono della potenza attiva infinita, a cui non
corrisponda potenza passiva infinita, e che quello faccia uno e finito che
può far innumerabili ne l'infinito ed inmenso, essendo l'azion sua necessaria,
perché procede da tal volontà quale, per essere inmutabilissima, anzi la immuta
bilità istessa, è ancora la istessa necessità; il primo efficiente non può far
se non quel che vuol fare non vuol fare se non quel che fa; dunque, non può
fare se non quel che fa. Dunque, chi nega l'effetto infinito, nega la po
tenza infinita. è stato ridutto Aristotele a negar la divina potenza
infinita intensivamente, benché la concedesse estensivamente. Dove la
raggione della negazione sua era che, essendo in Dio cosa medesima potenza e
atto, possendo cossì movere infinitamente, moverebbe infinitamente con vigore
infinito; il che se fusse vero, verrebe il cielo mosso in istante; si
come la sua [di Dio] potenza motiva infinita è contratta all'atto di moto se
condo velocità finita, cossì la medesima potenza di far l'inmenso ed innumerabili
è limitata dalla sua voluntà al finito e numerabili. Per la risoluzion di quel
che cercate, dovete avertire prima che, essendo l'universo infinito ed im
mobile, non bisogna cercate il motor di quello. Secondo che, essendo infiniti
gli mondi contenuti in quello, quali sono le terre, li fuochi ed altre specie di
corpi chiamati astri, tutti se muoveno dal principio interno, che è la propria
anima, come in altro loco abbiamo provato; e però è vano andar investigando il
lor motore estrinseco. Preposti cotali avertimenti secondo gli nostri
principii, non siano forzati a dimostrar moto attivo né passivo di vertù infi
nita intensivamente; perché il mobile ed il motore è infinito e l'anima
movente ed il corpo moto concorreno in un finito soggetto; in ciascuno, dico,
di detti mondani astri. Dico, dunque, che nelle cose è da contemplare, se
cossì volete, doi principii attivi di moto: l'uno finito secondo la raggione del
finito soggetto, e questo muove in tempo; l'altro infinito secondo la rag
giane dell'anima del mondo, overo della divinità, che è come anima de l'anima,
la quale è tutta in tutto e fa esser l'anima tutta in tutto; e questo muove in istante.
La terra dunque ha dui moti. Cossì tutti gli corpi che si muoveno, hanno dai
principii di moto; de quali il principio infinito è quello che insieme insieme
muove ed ha mosso; Tanto che, in conclusione, questi corpi essere mossi
da virtù infinita è medesmo che non esser mossi; perché movere in instante
e non movere è tutto medesimo ed uno. si deve intendere che Dio attual
mente intende infinita dimensione ed infinito numero. E da questo
intendere séguita la possibilità con la convenienza ed opportunità, che ponemo
essere: dove, coeve la potenza attiva è infinita, cossì, per necessaria con
seguenza, il soggetto di tal potenza è infinita. Gli stoici [...] di
cono il mondo essere finito, ma l'universo infinito. Epicuro similmente
il tutto ed universo chiama una mescuglia di corpi ed inane; ed in questo dice
consistere la natura del mondo, il quale è infinito: Perché giamai s'è
ritrovato sì rozzo e d'ingegno sì grosso, che abbia posto il mondo infinito
e magnitudine infinita, e quella mobile. E mostra lui medesimo essersi
dismenticato di quel che riferisce nella sua Fisica: che quei che hanno posto
uno ente ed uno principio infinito, hanno posto similmente inmobile;
e né lui ancora, né altro per lui, potrà nominar mai alcun filosofo o pur uomo
ordinario che abbia detto magnitudine infinita mobile. Perché chi
dice l'inane, il vacuo, l'etere infinito, non gli attribuisce gravità, né le
vità, né moto, né regione superiore, né inferiore, né mezzana; e ponendo poi
quelli in cotal spacio infiniti corpi, come è questa terra, quella e quell'altra
terra, questo sole, quello e quell'altro sole, tutti fanno gli lor circuiti dentro
questo spacio infinito per spacii finiti e determinati o pur circa gli proprii
centri. Determinati corpi, dunque, non hanno moto infinito, ma
finito e determinato circa gli proprii termini. Ma de l'indeterminato ed infinito
non è finito né infinito moto, e non è differenza di loco né di tempo.
possono esser infinite altre terre o di simile condizione, infiniti altri
soli o fuochi o di simile natura. Tutti si moveno dalli luoghi circonferenziali al
proprio continente, come al mezzo: onde seguitarebe che sieno infiniti
corpi gravi secondo il numero. Non però verrà ad essere gravità infinita,
come in un soggetto ed intensivamente, ma come in innumerabili soggetti ed
estensivamente. son terre infinite, son soli infiniti, è etere
infinito; o secondo il dir di Democrito ed Epicuro, è pieno e vacuo infi
nito; l'uno insito ne l'altro. E son diverse specie finite, le une comprese da
le altre, e le une ordinate a le altre. Le quali specie diverse tutte se hanno come
concorrenti a fare un intiero universo infinito, e come ancora infinite
parti de l'infinito in quanto che da infinite terre simili a questa proviene
in atto terra infinita, non come un solo continuo, tua come un compreso
dalla innumerabile moltitudine di quelle. per venir, dunque, al punto,
dico che per cotal vicissitudine non è inconveniente, ma raggionevolissimo dire,
che le parti ed atomi abbiano corso e moto infinito per le infinite
vicissitudini e transmutazioni tanto di forme quanto di luoghi. Non è
dunque inconveniente che sieno infiniti discreti gravi, i quali non fanno
un grave; come infinite acqui le quali non fanno un'acqua infinita,
infinite parti di terra che non fanno una terra infinita: di sorte che
sono infiniti corpi in moltitudine, li quali fisicamente non componeno
un corpo infinito di grandezza. Inconveniente certo ed impossibile
sarrebe ponere dui infiniti distinti l'uno da l'altro; atteso non sarebe modo
de imaginare come, dove finisce l'uno, cominci l'altro, onde ambi doi venessero
ad aver termine l'uno per l'altro. Ed è oltre difficilissimo trovar dui corpi finiti
in uno estremo, ed infiniti ne l'altro. l'infinito non può aver parte;
se non vogliamo dir pure che quella parte è infinita, essendo che implica
contradizione, che ne l'infinito sia parte maggiore e parte minore e parte che
abbia maggiore e minore proporzione a quello; essendo che all'infinito non più
ti avicini per il centinaio che per il ternario, perché non meno de infiniti
ternarii che d' infiniti centenarii costa il numero infinito. La dimen
sione infinita non è meno de infiniti piedi che de infinite mi
glia: però, quando vogliamo dir le parti dell' infinita dimensione non
diciamo cento miglia, mille parasanghe; Le parti proporzionali della du
razione, le quali hanno proporzione nella durazione e tempo, ma non già l'in
finita durazione e tempo infinito; perché in quello il tempo massimo,
cioè la grandissima parte proporzionale della durazione, viene ad essere equiva
lente alla minima, atteso che non son più gl' infiniti secoli che le infi
nite ore: dico che ne l' infinita durazione, che è l'eternità, non sono più
le ore che gli secoli; di sorte che ogni cosa che si dice parte de l'infinito, in quanto
che è parte de l'infinito, è infinita cossì nell' infinita durazione come ne
l' infinita mole. Questa illazione diciamo noi che non vale fisica
mente, benché logicamente sia vera: atteso che quantunque, computando con la
raggione, ritroviamo infinite parti che sono attive, ed infinite che
sono passive, e queste sieno prese come un contrario e quelle come un altro
contrario; nella natura poi, - per esserno queste parti disgiunte e separate, e con
particulari termini divise, come veggiamo, - non ne forzano né inclinano a dire,
che l'infinito sia agente o paziente, ma che nell'infinito parte finite innumerabili
hanno azione e passione. Stante dunque l'infinito e tutto immobile, inal
terabile, incorrottibile, in quello possono essere, e vi son moti ed alterazioni
innumerabili e infiniti, perfetti e compiti. Giongi a quel ch'è detto che,
dato che sieno doi corpi infiniti da un lato, che da l'altro lato vegnano a termi
narsi l'un l'altro, non seguitarà da questo quel che Aristotele pensa che neces
sariamente séguita, cioè, che l'azione e passione sarebono infinite.
E dico di vantaggio che, benché supponiamo quella superficie o linea essere
infinita, non seguitarà per questo che gli corpi, continuati in quella, cag
gionino azione e passione infinita; perché non sono intense. ma estense,
come le parti, sono estense. Onde aviene che in nessuna parte l' infinito
opra secondo tutta la sua virtù, ma estensivamente secondo parte e parte, di
screta- e separatamente. Ecco dunque come, posti doi corpi infiniti, non
seguitarebe azione infinita. Dico ancora di vantaggio che, quantunque si
suppona e conceda che questi doi corpi infiniti potessero aver azione l'un
contra l'altro intensivamente, e secondo tutta la loro virtù riferirse l'uno a l'altro,
per questo non seguitarebe affetto d'azione né passione alcuna; perché non meno
l'uno è valente ripugnando e risistendo, che l'altro possa essere impugnando ed
insistendo, e peró non seguitarrebe alterazione alcuna. Ecco dunque, come da
doi infiniti contraposti o sèguita alterazione finita o séguita nulla a fatto.
Ecco dunque come da doi contrarii contraposti sempre séguita azione fi
nita ed alterazione finita, non meno supponendo di ambidoi infinito l'uno
e l'altro finito, che supponendo infinito l'uno e l'altro. il mondo
essendo animato corpo, in esso è infinita virtù motrice ed infi
nito soggetto di mobilità, nel modo che abbiamo detto, discretamente: perché
il tutto continuo è immobile tanto di moto circulare il quale è circa il mezzo,
quanto di moto retto, che è dal mezzo o al mezzo; Uno dunque è il cielo,
il spacio immenso, il seno, il continente universale, l'eterea regione per la quale
il tutto discorre e si muove. Ivi innumerabili stelle, astri, globi, soli e terre sensi
bilmente si veggono, ed infiniti raggionevolmente si argomentano. L'uni
verso immenso ed infinito è il composto che resulta da tal spacio e tanti
compresi corpi. Non son dunque infiniti gli mondi di sorte con cui
è imaginato il composto di questa terra circondato da tante sfere, de quali altre
contegnano un astro, altre astri innumerabili: può dunque stare, che ogni
moto sia finito (parlando del moto presente, non absoluta- e semplicemente di
ciascun particulare, ed in tutto) e che infiniti mondi sieno: atteso che, come
ciascuno de gl' infiniti mondi è finito ed ha regione finita, cossì a ciascuno
di quei convegnono prescritti termini del moto suo e de sue parti. se gli
atomi hanno moto infinito per la succession locale che a tempi a tempi
fanno, or avendo efflusso da questo, or influsso in quello, or giungendosi a
questa, or a quella composizione, or concorrendo in questa, or in quella figura
zione per il spacio inmenso dell'universo; verranno per certo ad avere infi
nito moto locale, discorrere per infinito spacio e concorrere ad infi
nite alternazioni. Per questo non séguita ch'abbiano infinita gravità,
levità o velocità. generalmente veggiamo che tanto manca, che mai da
distanza infinita possa esser impeto di gravità o levità, come dicono, che
tal appulso de parti non può essere se non infra la regione del proprio continente;
Come, dunque, de il possibile ed impossibile si trova il numero finito più
presto che infinito, cossì tra il conveniente e disconveniente, è più rag
gionevole e secondo la natura l'unità de la moltitudine o pluralità. dove
è numero infinito, ivi non è grado né ordine numerale, benché sia in grado
ed ordine secondo la raggione e dignità o de diverse specie e geni, o de diverse
gradi in medesimo geno e medesima specie. Sono dunque, infiniti motori,
cossì come sono anime infinite di queste infinite sfere, le quali,
perché sono forme ed atti intrinseci, in rispetto de quali tutti è un prencipe da
cui tutti dipendono, è un primo il quale dona la virtù della motività a gli spirti,
anime, dei, numi, motori, In numero dunque e moltitudine è infinito
mobile ed infinito movente; ma nell'unità e singolarità è infinito
immobile motore, infinito immobile universo; e questo infinito
numero e magnitudine e quella infinita unità e semplicità coincideno in
uno semplicissimo ed individuo principio, vero, ente. da un motore
universale infinito, in un spacio infinito, è un moto universale
infinito da cui dependono infiniti mobili e infiniti motori, de
quali ciascuno è finito di mole ed efficacia. Mormora contro il nono argu
mento, che suppone e non prova che alla potenza infinita attiva non ri
sponda infinita potenza passiva e non possa esser soggetto infinita
materia e farsi campo spacio infinito; Al duodecimo ed ultimo, che
da quel, che questo o un altro mondo è perfetto, vuol che non si richiedano altri
mondi, dico che certo non si richiedeno per la perfezione e sussistenza di quel
mondo; ma per la propria sussistenza e perfezion dell'universo è necessario che
sieno infiniti. Giove fa tutto senza occupazione, sollecitudine ed
impacciamento, perché a specie innumerabili ed infiniti individui provede
donando ordine, ed avendo donato ordine, non con certo ordine successivo, ma
subito subito ed insieme insieme; e non fa le cose a modo de gli particolari effi
cienti, ad una ad una, con molte azioni, e con quelle infinite viene ad atti
infiniti; ma tutto il passato, presente e futuro fa con un atto semplice e
singolare. [l'efficiente universale] è proporzionato, se si può dir
cossì a tutto l'effetto infinito che da lui depende, secondo la raggione de
tutti luoghi, tempi, modi e suggetti, e non definitamente ad certi luoghi, suggetti,
tempi e modi. l'unico principio de l'essere è in infiniti individui,
che furono, sono e saranno. se la virtù infinita possa essere in gran
dezza finita; Laonde cossì non è terminato l'atto della volontà circa il
bene, come è infinito ed interminabile l'atto della cognizione circa il vero:
onde ente, vero e buono son presi per medesimo significante circa medesima
cosa significata. la divinità sia in tutto, nel modo con cui tutto è
capace di tutto, e l' infinita bontà infinitamente si communiche secondo
tutta la capacità de le cose. l'ultimo fine non deve aver fine, atteso che
sarebe ultimo. È dunque infinito in intenzione, in perfezione, in essenza
ed in qualsivoglia altra maniera d'esser fine. moto metafisico [...] il quale
non è da imperfetto al perfetto, ma va circuendo per gli gradi della perfezione,
per giongere a quel centro infinito, il quale non è formata né forma.
Se tu dimandi del mondo secondo la volgar significazione, cioè in quanto
significa l'universo, dico che quello, per essere infinito e senza dimensione
o misura, viene a essere inmobile ed inanimato ed informe, quantunque sia luogo
de mondi infiniti mobili in esso, ed abbia spacio infinito, dove son
tanti animali grandi, che son chiamati astri. Ma dove è infinita
sapienza, non può essere se non infinita potenza; perché altrimente non
potrebbe saper infinitamente. Dove è infinita bontà, bisogna infinita
sapienza; perché altrimente non saprebbe essere infinitamente buono. Dove è
infinita potenza, bisogna che sia infinita bontà e sapienza, perché
tanto ben si possa sapere e si sappia possere. Cicada. Come l'intelletto
nostro finito può seguitar l'oggetto infinito ? Tansillo. Con l' infi
nita potenza ch'egli ha. Cicada. Questa è vana, se mai sarrà in effetto. Tan
sillo. Sarrebe vana, se fusse circa atto finito, dove l' infinita potenza sar
rebe privativa; ma non già circa l'atto infinito, dove l'infinita po
tenza è positiva perfezione. Cicada. Se l'intelletto umano è una
natura ed atto finito, come e perché ha potenza infinita? Tansillo. Perché
è eterno, ed acciò sempre si dilette e non abbia fine né misura la sua felicità;
e perché, come è finito in sé, cossì sia infinito nell'oggetto. Ci
cada. Che differenza è tra la infinità de l'oggetto ed infinità della potenza? Tan
sillo. Questa é finitamente infinita, quello infinitamente infinito.
non sono medesimo absoluto ed infinito. il tempo la cui
velocità è infinita; essendo che sì mirabilmente precipitoso scorra il pre
sente, e con la medesima prestezza s'accoste il futuro. Perché essendo
infinito l'oggetto de la mente, ed a l'intelletto non essendo definito oggetto
proposto, non può essere la volontade appagata de finito bene; ma se oltre a
quello si ritrova altro, il brama, il cerca, perché (come è detto commune) il sum
mo della specie inferiore è infimo e principio della specie superiore, o si prendano
gli gradi secondo le forme le quali non possiamo stimar che siano infinite,
o secondo gli modi e raggioni di quelle, nella qual maniera, per essere infi
nito il sommo bene, infinitamente crederlo che si comunica secondo la con
dizione delle cose alle quali si diffonde. Volete dir dunque due specie
d'infinità: l'una privativa, la qual può essere verso qualche cosa che è potenza,
come infinite son le tenebre, il fine delle quali è posizione di luce; l'altra
perfettiva, la quale è circa l'atto e perfezione, come infinita è la luce, il
fine della quale sarebbe privazione e tenebre. Vedi, dunque, in certa si
militudine qualmente il sommo bene deve essere infinito, e l'appulso de
l'affetto verso e circa quello esser deggia anco infinito, acciò non vegna
talvolta a non esser bene: come il cibo che è buono al corpo, se non ha modo,
viene ad essere veleno. - 2 s.m. a Perché due sono le prime coordina
zioni, come dice Pitagora, finito ed infinito: curvo et retto: destro et
sinistro, et va discorrendo. lo infinito non ha parte proporzio
nabili. se vuoi dir parte de l' infinito, bisogna dirla infini
to; se è infinito concorre in uno essere con il tutto: dunque l'universo è
uno, infinito, impartibile. E se ne l' infinito non si trova differenza, come di
tutto e parte, e come di altro e altro, certo l ' infinito è uno. Sotto la com
prensione de l' infinito non è parte maggiore e parte minore, perché alla
proporzione de l' infinito non si accosta più una parte quantosivoglia mag
giore che un'altra quantosivoglia minore; Alla proporzione, similitu
dine, unione e identità de l' infinito non più ti accosti con essere uomo che
formica, una stella che un uomo; perché a quello essere non più ti avvicini con
esser sole, luna, che un uomo o una formica; e però nel l' infinito
queste cose sono indifferenti. Dunque, l'individuo non è differente dal
dividuo, il simplicissimo da l' infinito il centro da la circonferenza.
Perché dunque l' infinito è tutto quello che può essere, è immobile;
perché in lui tutto è indifferente, è uno; e perché ha tutta la grandezza
e perfezione che si possa oltre e oltre avere, è massimo ed ottimo im
menso. la essenza de l'universo è una nell' infinito ed in qual
sivoglia cosa presa come membro di quello, sì che a fatto il tutto e ogni
parte di quello viene ad esser uno secondo la sustanza; onde non essere
inconvenientemente detto da Parmenide uno, infinito immobile, sia che si
vuole della sua intenzione, la quale è incerta, riferita da non assai fidel rela
tore. ogni numero, tanto pare quanto ìmpare, tanto finito quanto infi
nito, se riduce all'unità; la quale iterata con il finito pone il numero, e con l' in
finito nega il numero. l' infinito non ha figura; in questo
uno e infinito li contrarii concordano non è raggione né senso che,
come si pone un infinito individuo, semplicissimo e complicante, non per
metta che sia un infinito corporeo ed esplicato. Indi fe
conda è la terra ed il suo mare; indi perpetuo è il vampo del sole, summini
strandosi eternamente esca a gli voraci fuochi ed umori a gli attenuati mari;
perché dall' infinito sempre nova copia di materia sottonasce. Non
è senso che vegga l' infinito, non è senso da cui si richieda questa conchiu
sione; perché l' infinito non può essere oggetto del senso; e però chi di
manda di conoscere questo per via di senso, è simile a colui che volesse veder
con gli occhi la sustanza e l'essenza; Ma che cosa fa che non sia conve
nientissimo il buono, ente, corporeo infinito? O che repugna che l' infinito,
implicato nel simplicissimo ed individuo primo principio, non venga esplicato
più tosto in questo suo simulacro infinito ed interminato, capacissimo de in
numerabili mondi, che venga esplicato in sì anguste margini, di sorte che par
vituperio il non pensare che questo corpo, che a noi par vasto e grandissimo, al
riguardo della divina presenza non sia che un punto, anzi un nulla? [Dio]
è tutto l'infinito complicatamente e totalmente, ma l'universo è tutto in
tutto (se pur in modo alcuno si può dir totalità, dove non è parte né fine) espli
catamente, e non totalmente; per il che l'uno ha raggion di termine, l'altro ha
raggion di terminato, non per differenza di finito ed infinito, ma perché l'uno è
infinito e l'altro è finiente secondo la raggione del totale e totalmente essere in
tutto quello che, benché sia tutto infinito, non è però totalmente infinito; perché
questo ripugna alla infinità dimensionale. Certo, il dire che lo infi
nito è in potenza ed in certa successione e non in atto, necessariamente ap
porta seco che la potenza attiva possa ponere questo in atto successiva e non in
atto compito; perché l' infinito non può esser compito. In questo
modo diciamo esser un infinito, cioè una eterea regione inmensa, nella
quale sono innumerabili ed infiniti corpi, come la terra, la luna ed il sole;
Questo non voglio dire in proposito de l'universo, al quale, per raggion veruna,
gli deve essere attribuito il moto; perché questo non può, né deve convenire,
né richiedersi a l' infinito e giamai, come è detto, si trovò chi lo imagi
nasse. sono più dissimili finiti in uno infinito, Oltre, ogni
agente opra nel paziente in tempo finito (parlo di quello agente, che viene a fine
della sua azione, non di quello, di cui il moto è continuo, come può esser solo
il moto della translazione), perché è impossibile che sia azione finita in tempo
infinito. Ecco dunque primieramente manifesto, come il finito non può aver
azion compita nell' infinito. altro è dir parti nell' infinito, altro
dell' infinito Concedesi dunque, non che l' infinito sia mobile
ed alterabile, ma che in esso sieno infiniti mobili ed alterabili; non che il fi
nito patisca da infinito, secondo fisica e naturale infinità, rea secondo
quella che procede da una logica e razionale aggregazione che tutti gravi com
puta in un grave, benché tutti gravi non sieno un grave. Stante dunque l' infi
nito e tutto inmobile, inalterabile, incorrottibile, in duello possono essere, e
vi son moti ed alterazioni innumerabili e infiniti, perfetti e compiti. Onde
aviene che in nessuna parte l' infinito opra secondo tutta la sua virtù, ma
estensivamente secondo parte e parte, discreta- e separatamente. Oltre
dico, che questo infinito ed inmenso è uno animale, benché non abia de
terminata figura e senso che si referisca a cose esteriori: perché lui ha tutta l'ani
ma in sé, e tutto lo animato comprende, ed è tutto quello. Sofia. So,
o Mercurio, che la cognizione universale è distinta dalla particolare, come il
finito da l' infinito. Mercurio. Di' meglio: come l'unitade da l'infinito
numero. chi non accidentalmente, come alcuni intelletti parti
colari, ma essenzialmente, come l'intelligenza universale, conosce l'unità, co
nosce l'uno ed il numero, conosce il finito ed infinito, il fine e termine da
compreensione ed eccesso di tutto; e questo può far tutto non solo in univer
sale, ma oltre in particolare; la nostra potenza intellettiva non può ap
prendere l' infinito se non in discorso, o in certa maniera de discorso,
com'è dire in certa raggione potenziale o aptitudinale. Ivi l'anima
dolente non già per vera discontentezza, ma con affetto di certo amoroso mar
tìre parla come drizzando il suo sermone a gli similmente appassionati: come
se non a felice suo grado abbia donato congedo al core, che corre dove non può
arrivare, si stende dove non può giongere, e vuol abbracciare quel che non può
comprendere; e con ciò perché in vano s'allontane da lei, mai sempre più e più
va accendendosi verso l' infinito. non è cosa naturale né conveniente
che l'infinito sia compreso, né esso può donarsi finito, percioché non sar
rebe infinito; ma è conveniente e naturale che l' infinito, per essere
infinito, sia infinitamente perseguitato, in quel modo di persecuzione il quale
non ha raggion di moto fisico, ma di certo moto metafisico; ed il quale non è da
imperfetto al perfetto ma va circuendo per gli gradi della perfezione, per gion
gere a quel centro infinito, il quale non è formato né forma. Cicada.
Se non volete dire che quel che persèguita l' infinito, è come colui che di
scorrendo per la circonferenza cerca il centro, io non so quel che vogliate dire
Tansillo. Altro. Perché l'amore, mentre sarà finito, appagato e fisso
a certa misura, non sarà circa le specie della divina bellezza, ma altra formata;
ma, mentre verrà sempre oltre ed oltre aspirando, potrassi dire che versa circa
1' infinito. Laodonio. Dunque queste due potenze de l'anima mai
sono, né essere possono perfette per l'oggetto, se infinitamente si referiscono a
quello. Liberio. Cossì sarrebe se questo infinito fusse per privazion ne
gativa o negazion privativa de fine, come è per più positiva affirmazione de
fine infinito ed interminato. b nella fisica divisione d'un corpo finito
è pazzo chi crede farsi progresso in infinito, o l'intenda in atto o in po
tenza Di maniera che megliormente intese Democrito ed Epicuro
che vogliono tutto per infinito rinovarsi e restituirsi, che chi si forza di
salvare eterno la costanza de l'universo, perché medesimo numero a medesimo
numero sempre succeda e medesime parti di materia con le medesime sempre si
convertano. la nostra imaginazione è potente di procedere in
infinito, imaginando sempre grandezza dimensionale oltra grandezza e
numero oltra numero, secondo certa successione e, come se dice, in potenzia,
cossì si deve intendere che Dio attualmente intende infinita dimensione ed in
finito numero. Or qui non bisogna che il grave vada in infinito al
basso. Cossì non è un primo mobile, al quale con certo ordine succeda
il secondo, in sino a l'ultimo, o pur in infinito; ma tutti gli mobili sono
equalmente prossimi e lontani al primo e dal primo ed universal motore.
Qua la vista suole promuovere l'affetto ad amar più che non è quel che vede;
perché, come poco fa ho detto, sempre considera (per la notizia universale che
tiene del bello e buono) che, oltre li gradi della compresa specie de buono e bello,
sono altri ed altri in infinito.