Parole nuove dai giornali

Il potere di coordinamento e di governo esercitato dalle istituzioni dell'Unione europea.

• La stragrande maggioranza degli europei non [...] sa se l'Europa convenga o no; se sia al servizio della gente o se la gente sia al suo servizio. Nessuno lo dice; non perché sia difficile dirlo, bensì perché -- questo pensano molti europei -- prevale la retorica di maniera sulle «dure repliche della storia» (le sconfitte di un processo realmente federalista), sul senso comune (la realtà come è, non come si vorrebbe che fosse) e, forse, perché neppure conviene prendere atto che l'«Europa dei popoli» non è nata e, al suo posto, c'è un compromesso fra quella dei governi e l'eurocrazia di Bruxelles. (Piero Ostellino, Corriere della sera, 13 giugno 2009, p. 1, Prima pagina).
• Gran parte della spesa dei fondi comunitari è bloccata nei meccanismi regionali dalla irragionevole eurocrazia e dall'intorpidita e non sempre capace nostra burocrazia. Altro che snellimento delle procedure. (Antonio Ravidà, Sicilia, 10 marzo 2012, p. 23, Noi Oggi).
• Un «Piano B» per i debiti sovrani esiste. Ed è urgente che se ne parli, poiché il fragile accordo sull’unione bancaria raggiunto tra i governi a metà dicembre sta naufragando per la netta opposizione del Parlamento europeo. Ma di questo piano si discute solamente in riunioni semi-carbonare. Come mai? Presumibilmente perché non piace alla cosiddetta eurocrazia (cioè alla Commissione europea e alla Banca centrale europea) perché le toglierebbe il negoziato dalle mani per spostarlo altrove. (Giuseppe Pennisi, Avvenire, 5 febbraio 2014, p. 19, Economia & lavoro).

Già attestato in: Stampa, 28 gennaio 1966, p. 1, Prima pagina (Alberto Ronchey)
Tipo: Confissazione / Prefissoide/suffissoide
Formanti: euro- 2 [Relativo all'integrazione politica europea.], -crazia

Pubblicato in: Neologismi quotidiani, Firenze 2003
Il Treccani, Roma 2003
Grande dizionario italiano dell’uso, Torino 2007 (av. 1965)