Parole nuove dai giornali

Movimento politico privo della struttura e dell'organizzazione di un partito tradizionale.

• Forse proprio la mia lunga esperienza alla guida di un partito vero, dove l’esercizio della leadership e la gerarchia hanno sempre fatto i conti con il pluralismo e la competizione interni, mi ha reso più refrattario ad accettare il partito non-partito che è diventato il Popolo della libertà. (Gianfranco Fini, Corriere della sera, 19 ottobre 2010, p. 14, Primo Piano).
• Il futuro del berlusconismo è un ritorno al passato del Pci. Chi avrebbe mai immaginato, dopo diciassette anni di nuovismo e di antibolscevismo, che un «segretario politico» sarebbe stato messo a capo del partito non partito del Cavaliere? (Mario Ajello, Messaggero, 2 giugno 2011, p. 8, Primo Piano).
• Il M5S. Difficile da definire, dal punto di vista del «modello di partito». Perché è un non-partito che ruota intorno a Beppe Grillo. Inventore e detentore del marchio. Una «rete» di esperienze e liste locali, che corre sulla «rete». È un soggetto politico contro i partiti. Per la «forma» che ha assunto. E per i contenuti del suo messaggio. Il M5S, oggi, è stimato oltre il 18%. Secondo alcuni, il 20%. (Ilvo Diamanti, Repubblica, 22 ottobre 2012, p. 1, Prima pagina).
• Solo così ci si accorge che l’unica menzione partitica (in un contesto in cui tutti preferiscono parlare di politiche piuttosto che di politica) riguarda proprio il non-partito dei 5 stelle. E si trova nel programma di [Virginia] Raggi, nel quale -- come in quello di Corrado: non sarà certo un caso -- l’accento si sposta dalla città ai cittadini; (Giuseppe Antonelli, Corriere della sera, 31 maggio 2016, p. 1, Prima pagina).