Parole nuove dai giornali

Rete di segni usati come codici comunicativi.

• Il prezzo certo è variabile di non poco conto. Ma più in termini di sintonia con il prezzo psicologico, quello ritenuto «equo», che non con il continuo perseguire una logica ribassista. L'adozione del prezzo come principale beneficio non può inoltre non influire negativamente sui conti economici deprimendo così gli investimenti necessari per generare un effettivo valore per il consumatore. Mi domando se la sua minore soddisfazione -- certificata da una ricerca CFI commissionata da Manageritalia e Confcommercio su ben tredici settori: cinque punti in meno nell'ultimo anno! -- non sia da porsi in rapporto proprio alla minore attenzione di chi produce a queste dimensioni del valore. Da comunicare quando il consumatore è disponibile ad ascoltare, a ricevere proposte su scelte che lo interessino realmente e non da insidiare ad ogni piè sospinto con messaggi commerciali. Che invadono ormai ogni spazio della semiosfera e della quotidianità. (Giampaolo Fabris, Repubblica, 19 ottobre 2009, Affari & Finanza, p. 16).