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Riccardo POZZO, Adversus Ramistas. Kontroversen über die Natur der Logik am Ende der Renaissance, Schwabe Philosophica XIII, Schwabe, Basel 2012.

I testi che accompagnano la monografia di Riccardo Pozzo: Adversus Ramistas. Kontroversen über die Natur der Logik am Ende der Renaissance, Schwabe Philosophica XIII, Schwabe, Basel 2012, costituiscono un’importante documentazione per la storia della logica dal Rinascimento a George Boole. Si occupano delle controversie sulla natura della logica, con riferimento ai cento anni che separano la pubblicazione della prima versione della logica di Philipp Melanchthon (1520) dall’avvento della logica di Pierre de la Ramée fino alla sconfitta di entrambe e al ritorno alla logica aristotelica e alla nascita della filosofia cartesiana (1620). Negli ultimi anni il dibattito su Aristotelismo e Rinascimento si è arricchito di questioni sempre nuove. Si è però concordi nel ritenere che la storia della filosofia del Rinascimento trovi le proprie coordinate in tre principi strutturali, che presuppongono, appunto, un riferimento ad Aristotele, con o senza Platone: 1) nessuna parte del corpus aristotelico è considerata obsoleta; 2) il latino continua a mantenere la funzione di lingua di comunicazione universale; 3) resta stabile l’organizzazione dell’insegnamento e della ricerca – soprattutto le università. Per la storia della logica, il Rinascimento si rivela un momento di particolare rottura. Si tratta infatti di trovare una risposta alle seguenti tre questioni: (a) la logica è un sistema fondato sulla natura o un abito elaborato dalla mente? (b) come si rapportano le dimensioni della soggettività e dell’oggettività nella determinazione della forma e della materia di un oggetto? (c) che sviluppo può avere un modello semantico che di volta in volta corrisponde alle euristiche richieste dalle singole scienze? La questione decisiva è però quella del soggetto. Che cosa è un soggetto? Come costituisce gli oggetti che mette a fuoco? Occorre veramente postulare un soggetto che agisce, come avviene da Descartes in poi nella filosofia moderna, o si può arrivare al soggetto passando per gli oggetti? I logici che scrissero tra il 1520 e il 1620 scelsero proprio quest’ultima l’alternativa: la teoria degli abiti di Aristotele indicava la via per una costituzione dell’esperienza libera dall’extramentalismo dei platonici.