Relatore:
Leen Spruit

Testo:
Agostino Nifo, Liber De intellectu libri sex (file pdf 116 KB), Venetiis, Petrus Bergomensis, 1503 (sottoscrizione: «Et sic consumatus est liber de intellectu 26. Augusti. 1492. In Patavino studio»)

Tema:
Il De intellectu di Agostino Nifo (con attenzione particolare al libro VI: De statu animae)

Parole chiave:
filosofia della mente – aristotelismo rinascimentale – beatitudine

Abstract:
Per portata ed erudizione, il quadro dottrinale della ‘psicologia’ di Agostino Nifo (1469/1470 – 1538) superò di gran lunga quello del suo maestro Nicoletto Vernia. Nelle sue opere e nei suoi commenti, Nifo discute di un ampio raggio di questioni e usa un gran numero di fonti, citando innumerevoli autori. Per fare un esempio, nelle prime pagine del De intellectu, egli si riferisce ai seguenti autori: Alessandro di Afrodisia, Platone, Plotino, Socrate, Ermete Trismegisto, Macrobio, Avicenna, Alberto Magno, Cleante, Zenone, Cicerone, Tolomeo, Sallustio, Epicuro, Averroè, Temistio, Gregorio di Nissa, Agostino, Gregorio Magno, Giovanni Damasceno, Tommaso d’Aquino, Alfonso Vargas di Toledo, Origene, Porfirio, Avempace, Abubacer, Parmenide, Melisso, Senofane, Teodoro, e Numenio. Va osservato che la vasta erudizione di Nifo spesso costituisce un ostacolo a un’argomentazione chiara e lucida, e non di rado discussioni estremamente analitiche ed estese delle opinioni altrui rendono difficile stabilire quale sia la sua posizione filosofica. Come Vernia, anche Nifo si dissociò dall’interpretazione averroista della psicologia aristotelica dopo il divieto (1489) del vescovo Barozzi di dibattere intorno all’unità dell’intelletto: ciò riguardava in particolare la concezione dell’anima individuale e la sua immortalità. Il distacco dal commentatore arabo non fu tuttavia immediato, ma si sviluppò gradualmente durante gli anni novanta del XV secolo. In questo periodo Nifo scrisse il commento alla Destructio destructionis (iniziato nel 1494 e completato nel 1497), la prima versione del commento al De anima (completato nel 1498 e pubblicato nel 1503), nonché il De intellectu. Nelle prime due opere, Nifo difende ancora l’interpretazione averroista della psicologia peripatetica. Il De intellectu fu completato nel 1492 ma, al contrario delle altre due opere, questo trattato fu profondamente rivisto in senso anti-averroista prima di essere pubblicato nel 1503. Il commento al De anima fu rivisto solo nel 1520, per l’edizione apparsa nel 1522. Sulla base di tali date, si può ritenere che Nifo abbia cambiato idea sulla psicologia averroista tra il 1498 e il 1503. La prima versione del commento al De anima fu scritto quando Nifo lavorava contemporaneamente al De intellectu, ma non fu rivisto immediatamente e certamente non in modo così profondo e radicale come quest’ultimo scritto. Dopo il 1503, Nifo bloccò per molti anni una nuova edizione del commento al De anima perché – così egli scrive – aveva cambiato idea su varie questioni, in particolare sull’immortalità individuale (vedi la prefazione alla seconda edizione del 1522). Bruno Nardi ha messo in dubbio la sincerità di Nifo circa la cronologia dei suoi scritti, suggerendo che egli tentava di nascondere il suo iniziale averroismo e a ‘manipolare’ la data del suo rigetto delle radicali posizioni giovanili. Nardi non riteneva che bisognasse prestare fede all’asserzione di Nifo, il quale afferma che il De intellectu fosse già terminato nel 1492. Tuttavia, secondo Mahoney il cambiamento radicale nella posizione di Nifo avvenne dopo che questi apprese il greco, e fu quindi in grado di leggere Aristotele in originale. Mahoney afferma che Nifo va creduto quando dice che non voleva più pubblicare il commento al De anima, perché ormai esso non rispecchiava più la sua attuale posizione. L’abbandono di Averroè, quale commentatore di riferimento per i testi aristotelici, ebbe notevoli conseguenze anche per altre questioni psicologiche ed epistemologiche, come notò Nifo stesso (De intellectu, V, cap. 41; vedi anche ff. 24rb, 17vb, 30r-v, e 37ra). Ciononostante, Averroè continuò ad essere un importante punto di riferimento: molti dei suoi seguaci sono attaccati da Nifo con argomenti presi dagli scritti dello stesso Averroè.

Letture consigliate:
E. De Bellis, Il pensiero logico di Agostino Nifo, Galatina, 1997, cap. I: «L’attività academica e la composizione degli scritti».

Ch. Lohr, Latin Aristotle Commentaries, vol. II: Renaissance Authors, Firenze, 1988, p. 282 sg.

E.P. Mahoney, Nicoletto Vernia and Agostino Nifo on Alexander of Aphrodisias An unnoticed dispute, «Rivista critica di storia della filosofia», XXIII, 1968, pp. 268-296.

E.P. Mahoney, Agostino Nifo’s early views on immortality, «Journal of the History of Philosophy», VIII, 1970, pp. 451-460.

E.P. Mahoney, A note on Agostino Nifo, «Philological Quarterly», L, 1971, pp. 125-132.

B. Nardi, Saggi sull’aristotelismo padovano dal secolo XIV al XVI, Firenze, 1958, pp. 281-321.

L. Spruit, Species Intelligibilis. From Perception to Knowledge, vol. II: Renaissance Controversies, Later Scholasticism, and the Elimination of the Intelligible Species in Modern Philosophy, Leiden, 1995, cap. VI.3.

 

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