Programma seminari

Carlo Cellucci

 

Mente incarnata e conoscenza

 

 

Nell’età moderna e contemporanea le concezioni della mente e quelle della conoscenza sono state profondamente intrecciate tra loro. In particolare, da Descartes alla filosofia analitica, hanno avuto particolare rilievo la concezione della mente disincarnata, secondo cui la mente è totalmente autonoma rispetto al corpo ed è qualcosa di interno, cioè di accessibile solo attraverso l’autoriflessione, e la concezione della conoscenza disincarnata, secondo cui la conoscenza è un processo che si svolge interamente nella mente, si basa interamente su idee o rappresentazioni della mente, e non dipende in alcun modo dal corpo. Queste concezioni presentano alcuni fondamentali difetti che le rendono insostenibili. Esse devono essere sostituite dalla concezione della mente incarnata, secondo cui la mente consiste di certe capacità del corpo, ivi comprese certe capacità sensoriali e motorie, e dalla concezione della conoscenza incarnata, secondo cui la conoscenza dipende dal tipo di esperienza che deriva agli organismi dall’avere un corpo dotato di certe capacità sensoriali e motorie. Che, tra le capacità del corpo di cui consiste la mente, siano incluse certe capacità sensoriali e motorie, ha alcune importanti conseguenze. Il mentale non è esclusivo dell’uomo ma è qualcosa che pone quest’ultimo in un rapporto di continuità con gli altri organismi, anche con i più semplici. Il mentale non è necessariamente consapevole, anzi molta parte di esso è inconsapevole. Il mentale è legato alle emozioni, che ne sono parte integrante. La conoscenza non consiste soltanto di processi interni al corpo, ma anche di processi esterni ad esso, basati sulle sue capacità sensoriali e motorie, processi che hanno luogo nell’ambiente e cooperano con quelli interni al corpo, formando con essi un sistema integrato.