PRINILIESI

Giambattista Vico

Scienza Nuova 1725


Edizione a cura di Marco Veneziani (Roma, ILIESI-CNR, 2014)

Percorsi tematici: Marco Veneziani

Principj di una Scienza nuova intorno alla natura delle nazioni per la quale si ritruovano i principj di altro sistema del diritto naturale delle genti all’eminentissimo principe Lorenzo Corsini amplissimo cardinale dedicati. In Napoli per Felice Mosca. 1725. [pp. 1-10 nn, 11-270, 271-282 nn].

L’esemplare da noi riversato nel PDF è quello della «Fondazione Giovanni Gentile», presso la Biblioteca di Filosofia dell’Università di Roma «Sapienza» (segnatura F.G. 781), già ristampato in edizione anastatica da Tullio Gregory nel 1979 e utilizzato da Aldo Duro per la pubblicazione degli indici e delle concordanze lemmatizzate nel 1981.1 Rispetto alla trascrizione di Aldo Duro – i cui criteri abbiamo ripreso integralmente2 – sono state aggiunte le cesure di parola a fine riga, per gli a-capo, e abbiamo ristabilito tutti i corsivi e maiuscoletti che, inutili ai fini dello spoglio lessicografico, spesso risultano invece importanti per orientare in una direzione piuttosto che nell’altra la lettura corrente del testo. In definitiva, è risultata una riproduzione abbastanza fedele dell’originale settecentesco, nei limiti di quanto è possibile fare oggi con risorse informatiche semplici.

Pur nel doveroso rispetto per la stampa d’epoca, Aldo Duro aveva già segnalato e corretto i seguenti refusi:

50.12-13fermianofermiamo
54.16cogiognimenticongiognimenti
56.28condandanocondannando
57.33NumantivoNumantino
65.26Fama dalla SapienzaFama della Sapienza
70.14conservateconservare
101.16suopronoscuoprono
118.12babariebarbarie
107.13XXII TavoleXII Tavole
107.27compereccecamperecce
109.08compereccecamperecce
122.01detodetto
141.25choche
142.18greciaGrecia
164.13sappiamosappiano
180.12guochigiuochi
181.14solitasalita
198.07le fasce e la bandele fasce e le bande
210.28alloroal loro
214.08suopronoscuoprono
212.30pnrpur
219.26restignerlirestrignerli
230.27convegonoconvengono
231.16nè dane dà
232.17disposticodispotico
239.34abbiaabbiam
247.29impostavanoimpastavano
249.37PonubaPronuba
260.30FilogicaFilologica
262.01CerebroCerbero
270.38è Dedaloe Dedalo
274.18IVXIV

A questi, altri pochi se ne aggiungevano a motivo del raddoppiamento o della caduta di sillabe e lettere, particolarmente negli a-capo di parola:

19.08Provveden-/denzaProvveden-/za
94.31veramen-/menteveramen-/te
132.25pervenne-/neropervenne-/ro
137.13splendo-/doresplendo-/re
153.31stes-/ssistes-/si
216.40gluti-/tinumgluti-/num
217.25rifuggi-/gitirifuggi-/ti
228.21in in Romain Roma
258.31bos-/schibos-/chi
263.27con con catenacon catena
265.35altretan-/tantaaltrettan-/ta
267.12in coman-/doin coman-/dando

Nella revisione da noi effettuata siamo ulteriormente intervenuti, con correzioni, anche nei luoghi sotto elencati:

98.25le qualele quali3
129.26propo-/postapropo-/sta
128.30fortisorti4
163.39PrincipiPrincipj5
182.05e più venerabileè più venerabile6
187.38abbianoabbiam7
190.21è grane gran8
217.03terminotermine9
223.05appo i latini, e’ greciappo i latini, e greci10
244.23mellenelle
259.06greciaGrecia
260.22riprnovaripruova11
277.05XVIIIXXVIII

Molti nella stampa i casi di omissione dei trattini di a-capo quando invece risultavano necessari, per esempio in 238.11 Gi/ganti invece che Gi-/ganti e in 248.02 Gre/ci per Gre-/ci. Li abbiamo emendati tacitamente al fine di ricostituire le unità lessicali compromesse, ma ci siamo attenuti a un rigoroso rispetto della stampa d’epoca per quanto riguarda il trattamento di apostrofi e accenti. Questi segni, secondo un criterio tipografico moderno, compaiono spesso dove non dovrebbero e si fanno desiderare laddove davvero aiuterebbero la lettura. Ciò dipende a volte dall’usus scribendi dell’epoca, a volte dall’indifferenza o anche dalla negligenza del tipografo. Ecco in breve i luoghi modificati:

Accenti: la preposizione à è diventata a in 69.02, 146.25, 151.10; il pronome relativo chè è divenuto che in 135.04; il passato remoto ha perso l’accento in nove luoghi: 28.19, 44.39, 50.30, 52.03, 77.11, 98.16, 122.33, 144.05, 251.24; altrettanto è accaduto ad , voce del verbo avere, in 135.30, 136.09, 276.09; abbiamo infine tralasciato il segno nella congiunzione ò di 111.36, nonché nelle preposizioni di 31.20 e trà di 236.37. Lo abbiamo invece supplito – sempre grave secondo l’uso del tempo – su cio di 12.23 e 190.25; sulla negazione ne di 124.20 e 147.04; su perche di 207.27; su piu di 23.22 e 234.19; su puo in 103.36, 147.40, 151.14. Correzioni isolate sono: 79.17 E possibile  >  È possibile, 124.18 si ricolma  >  sì ricolma, 132.30 Si fatta  >  Sì fatta, 158.11 là si finsero  >  la si finsero.

Apostrofi: è stato eliminato in 190.39 ne’ compruovi (con ne pronome) e 253.37 a’ Varrone; nessun altro intervento è stato ritenuto necessario, pur in presenza di forti oscillazioni nelle grafie interessate, col segno a volte mancante e a volte ridondante. Così pure si sono semplicemente riprodotte le scritture unite o divise di alcuni gruppi di proclitiche (per es. cene e sene in alternanza con ce ne e se ne) e di talune locuzioni avverbiali (per es. alcontrario, dapertutto, nonmai).

Quanto alle parole greche, si ricorderà che già Aldo Duro aveva evitato di intervenirvi, limitandosi – come noi pure abbiamo fatto – a trascriverle tal quali anche in presenza di evidenti errori tipografici: è il caso, ad esempio, di 154.16 Μῦτθος, che appena una pagina dopo si può leggere nella corretta grafia Μῦθος.

Come si può ben immaginare, ci siamo imbattuti in varie situazioni testuali che sollevano naturalmente il sospetto di guasti editoriali o di accidenti tipografici. Nicolini ne ha corrette non poche nella sua classica edizione, più o meno tacitamente. Aldo Duro a sua volta qualcuna ne ha rivista e qualcuna ne ha aggiunto.12 Non era questa l’occasione più idonea per occuparsene sistematicamente, e così nel trattamento dei casi seguenti non abbiamo modificato il testo, preferendo invece rinviarne l’esame al momento della vera e propria edizione critica:

(a) All’inizio di p. 117 si legge: “Parte di tal Diritto Divino fu quello appellato del Nodo, che gli stessi Pareggiatori Attici non osan dirlo essi traggittato di Grecia in Roma”; qui il pronome 117.07 essi risulta un po’ anomalo e potrebbe ben essere l’esito accidentale di un più naturale essersi, verbo ausiliare del participio passato traggittato.

(b) L’occorrenza 158.01 Poeti Teologici, corretta tacitamente da Nicolini, è un apax nell’opera, giacché Vico usa sempre – come è ben noto – il sintagma “Poeti Teologi”.

(c) La seconda delle cinque verità enunciate a p. 212 è la seguente: “Che i falsi poetici sono gli stessi, che i veri in generale de’ Filosofi, con la sola differenza, che quelli sono astratti, e questi vestiti d’immagini”. Secondo il pensiero di Vico, chiaramente dobbiamo intendere che quelli sono i veri de’ Filosofi, astratti, e questi sono i falsi poetici, vestiti di immagini. Ma la correlazione nella frase è indubbiamente anomala e opposta all’uso moderno di questi/quegli, questo/quello.

(d) Le occorrenze 217.16 e 237.21 Principj sono probabilmente da leggere entrambe come Prìncipi. Infatti, nel primo luogo il testo vichiano elenca gli equivalenti italiani di varie parole latine monosillabe, e sostiene in particolare che il latino Vir denota “I Principj della Civiltà” e “restò a’ Romani a significare marito, Sacerdote, e Magistrato”; nel secondo caso, trattando di Adamo ed Eva, il passo afferma che “dopo aver peccato, si vergognarono, vedersi nudi i due Principj del Genere Umano”. In tutti e due i luoghi si vede bene che il valore di principio, se non è impossibile nella prospettiva storicista di Vico (l’eroe come principio di civiltà, Adamo ed Eva come principio dell’umanità), è sicuramente peggiorativo rispetto al valore principe.

(e) Nel passo “la qual catena, se gli Stoici contendono, essere la gran serie eterna delle cagioni; vadan pure, che non rovinino; perchè così Giove esso disporrebbe de’ Fati”, il luogo 252.39 vadan è già stato corretto – come sembra giusto – da Nicolini in vedan.

Note
1.
Cfr. G. Vico, Principj di una Scienza nuova intorno alla natura delle nazioni. Ristampa anastatica dell’edizione Napoli 1725, seguita da concordanze e indici di frequenza. Volume I. Ristampa anastatica a cura di T. Gregory, Edizioni dell'Ateneo & Bizzarri, Roma, 1979. Volume II. Concordanze e indici di frequenza a cura di A. Duro, Edizioni dell'Ateneo, Roma, 1981. Dell'anastatica abbiamo ripreso integralmente le pp. 1-280, tralasciando solo l’introduzione di T. Gregory e le due censure in calce (pp. 281-282).
2.
Per un esame completo cfr. l'introduzione di A. Duro alle concordanze e indici cit., in particolare le pp. XIII-XXIV. Alle stesse pagine rinviamo anche per l’articolato commento delle correzioni apportate al testo in sede di trascrizione.
3.
Nella formulazione originale: “[...] con la Giustizia, e con la Clemenza; le quale senza dubbio non sono nè Impostura, nè Forza”.
4.
“Ma forti i Governi umani, de’ quali i primi furono gli Eroici, sopra questo Principio [...]”.
5.
Nel testo si legge “entrambi [Epicuro e Polibio] errarono di concerto dintorno a due degli tre, che noi sopra proponemmo, Universalissimi Principi dell’Umanità delle Nazioni”.
6.
Nell’inciso “[...] congiunte con la riverenza, che naturalmente si porta alla Religione, ed all’Antichità, che quanto è più oscura, e più venerabile; [...]”.
7.
Nella frase “i villani del contado Fiorentino numerano tre anni, per esemplo, con dire: abbiano tre volte mietuto”. La correzione “abbiam” – adottata tacitamente da Nicolini e da Duro – è dovuta probabilmente alla mano stessa di Vico, intervenuto in alcuni degli esemplari a stampa, ma non in tutti. Cfr. ad esempio la copia che si conserva a Napoli.
8.
La frase originale è “non fu mai uno stesso valente huomo insiememente è gran metafisico, e gran Poeta,”.
9.
È questa la grafia costante del sostantivo nelle altre sue 16 occorrenze.
10.
La correzione è una delle poche effettuate sugli apostrofi. Sul loro trattamento complessivo, insieme a quello degli accenti, ci soffermeremo tra qualche riga.
11.
Già A. Duro aveva avvertito “La r e la t, nel minuto carattere di ‘testino’, sono cosi simili, che spesso si stenta, anche per la non felice inchiostrazione della stampa, a distinguerle”. Altrettanto deve dirsi di n e u, nonché di f e di s alta o lunga.
12.
Da vedere particolarmente le pp. XVI-XVIII dell’Introduzione cit. Per Nicolini cfr. la Nota critica in calce all’edizione laterziana, G. Vico, La Scienza nuova prima, con la polemica contro gli « Atti degli eruditi » di Lipsia, a cura di Fausto Nicolini, Bari, Gius. Laterza & Figli, 1931 (rist. anast. 1968), pp. 326-341.


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