Luigi Firpo, La Congiura di Calabria, doc. n. 5, p. 216

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V. Dialoghi notturni tra il Campanella e fra' Pietro Ponzio registrati dalle spie (Napoli, 10-14 aprile 1600)

Die 14 mensis Aprilis 1600, nocturno tempore.
Essendomi conferito io Francesco Tartaglia nel Regio castello
novo per spatio de dudice notte continuo per ordine del Signore
don Giovanni Sances de Luna Regio Consigliero et avvocato fiscale
delegato per sua Eccellentia in questa causa ho inteso piupiú
volte parlare fra Thomase Campanella et fra Pietro Pontio nelle carcere
di detto Regio castello et parlavano de lloro cause et altri diversi
parlamenti et parlavano de bonissimo modo et in particolare
una notte del quattordice del presente mese de Aprile io et li carcereri
nominati Martines et Onofrio intesemo le sequente parole
videlicet.
fra Pietro chiamò quattro volte fra Thomase dicendo ò fra Thomase,
ò frà Thomase euus Thoma, ò Thomase non senti nò, ò cor
mio,
fra Thomase bona sera bona sera.
fra Pietro, ò cor mio como stai che fai sta de buono animo che
domano vieni lo nuntio cqua et saperimo qual che cosa.
fra Thomase, o fra Pietro perché non opri qualche modo et dormimo
insiemi et godemo.
fra Pietro volesse dio et dovesse dare dieci docati alli carcereri et
a te cor mio te vorria dare vinte basate per hora - sequita fra Pietro
dicendo li sonetti toi per tutto Napoli li ho sparso et io li ho tutti
à mente et non ho piú gran gusto che leggere qualche cosa dello
ingegnio tuo.
fra Thomase ne voglio fare allo nuntio mo.
fra Pietro si cor mio pero fammi una gratia fa li mei prima cio e

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