Tommaso Campanella, Del senso delle cose, p. 218

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imperoché vide che li demonii o angeli sono nelle statue entrati,
e si stupì che tanto potesse l’uomo fare. E Diogene e Diagora
si burlano degli oracoli d’Apollo per li molti inganni involti, e
credono che sia passion della Pizia; ma è vero artificio del demonio.
Né uomo può frenare una natura sciolta di corpo, come egli
è, se non con l’aiuto divino, o allettarla con reverenza, il che è empietà
contro il Creatore; et egli può usarla, come noi potemo bestemmiar
Dio, e altri si son fatti dèi, essendo uomini scelerati. Ma
Dio si serve di queste permissioni a gran secreti altrove dicendi.
Che il fiato della grotta colofonia facesse gli uomini indovini,
non può essere divinamente, se Dio non lo fa. Ma qualche qualità
contraere, che assottigli e purghi lo spirito e lo renda atto alla profezia
naturale, può essere, come abbiamo detto di sopra. Fare
che l’uomo non possa fottere si vede spesso, mentre egli lo crede,
perché non può far poi quello che non crede di poter fare, e la
stessa imaginazione lo scioglie, per la fiducia che prende sopra il
suo mal affetto. Ma la femina non si può legare, ché tanto affetto
che serri il cunno non si trova, come abbassare il cazzo, che solo
lo spirito timido lo tira tornando indietro, il che non può fare nella
donna sì che non resti apertura, ché essa a patire è atta, non ad
agere, e l’azioni si proibiscono con l’affetto, non le passioni. Pure
andando alcuni con soverchia voglia al coito, senz’altrui magia
perdono la virtù, perché lo spirito da sé si ritira, presentendo che
tutto può esalare e morire, o vero nell’impetuoso concorso si
soffoga, o vero la reverenza della cosa amata lo fa timido. E il timore
è fuga naturale del mal proprio o di non farlo altrui. Della
malia vera contra le biade si è detto sopra.
CAPITOLO 18
Magia della generazione
Gran magia si può osservare per nobilitare la generazione, poiché
abbiamo visto tanto valere l’affetto de’ generatori, che l’esprimono
nella cosa generata.

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