Tommaso Campanella, Dialogo contro Luterani, p. 176
e gli ebrei confessano sì che non era bisogno disputare.
Però non è meraviglia che più longhe e
espresse testimonianze non ci siano, sì come a tempo
di Moisè era notissima la creazione e la cascata
de gli
angioli che non fa mestieri espressa
menzione farne. Però non si dannava questo dogma
innanzi a Cristo; così
neanche dovrebbe il purgatorio
dannarsi doppo Cristo, se non da quei che
leggono la scrittura sacra non come
amanti, ma
come litiganti della pignatta. Giuda Macabeo
mandò dodici mila dragme d’argento in Gerusalemme
ad
offerire per l’anime de’ soldati morti,
il che non potea fare, se al purgatorio non avesse
creduto. Portino i
luterani e calvinisti equivalentemente
scritture e testimonianze e poi litighino,
ma non dalla negativa e incerta
si dee fare un’esclusiva,
come usano: Cristo e gli Apostoli non
pongono questo nome purgatorio che vi sia, dunque,
non v’è, perchè devono considerare che nè
anche dissero che non è, chè più sia fondata la
testimonianza della
chiesa e de’ santi e le dette
autorità che la lor fantasia e coniettura. Così
fanno delle indulgenze, le quali non
trovando autorità
da escluderle, corrono a queste esclusive
contrarie anco alla logica d’Aristotele, non che
al senso. Si sa che San Paolo condonò la colpa
a quel peccatore per gli altrui prieghi e che sempre
s’usò
nella Chiesa. Comanda San Paolo che
nel corpo della Chiesa far si debba così; e perchè
la città della carità si
commonica e fa i meriti e
le pene comuni. È tanto naturale questo modo
nelle repubbliche bene instituite, che i
Romani
Soldati, quando uno errava e meritava gran pena,
nell’esercito compariva quello e molti insieme i
quali per essere benemeriti della patria e del loro
conduttore, impetravano indulgenza per quel soldato
errante, così anche come i prencipi usano
in certi tempi di giubileo, e altre buone opere.
Dio è verdadero;
disse al Santo Papa: Quanto
sciorrai in terra, sarà sciolto in cielo. Dunque