Tommaso Campanella, Monarchia di Francia, p. 532

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proprio regem Romanorum, unde cesset lis, dolus, pernicies etc.
Haec autem ut quam primum fiant, obsecrat et protestatur, his et
omnibus aliis modis melioribus, ac sui regni vires, militiam, pecuniam
et sanguinem pro bono Christianitatis ipse Christianissimus rex libentissime
offert.
Ci è chi mi dice che li Francesi non voglion con questa protesta
venir a confessare, che il Papa ha dominio temporale sopra li re, etc.
Rispondo che in essa non si confessa questo, ma che nelli bisogni di
S. Chiesa e di tutto il Cristianismo, sendo requisito e obligato a ciò
fare come altre volte fece. E nullo può negare ch’il Papa ha transferito
l’Imperio da oriente in Carlo Magno, dopo in Alemagna aver dato
potestà a gli elettori di eleggerlo di loro: e li gesti e diplomi e confessione
di Carlo Magno, di Constantino, d’Alberto imperatore e d’altri,
e le leggi canoniche e S. Tomaso questo confessano. Né però si deroga
punto al re di Francia. Come né anche l’Estravagante di Bonifacio
VIII, perché lui riconosce da Dio il regno, come sta scritto nel
Can. Qui filii sunt legit, e non ha in terra potestà temporale sopra sé.
Né per ciò siegue ch’il papa non possa deponer gli eretici, etc. Anzi
dice la glossa, ch’il Papa ha potestà più sopra l’Imperio che lui ha instituto,
che non sopra il re di Francia. Queste son questioni inutili dove
si tratta di atterrar lo spagnolismo. Se Carlo Magno mirava a questo,
non averia mai accettato dal Papa la corona, né mandato al Papa che
li confirmi il testamento. Anzi io vi dico, ch’in ciò bisogna mostrarsi
più zelante che li Spagnoli. Altri dicono il Papa non farà questo per
paura etc. Io vi dico ch’il Papa lo desidera sommamente, sì per levar
questa peste dalle spalle della Chiesa, sì anche per la sua potestà: e in
tanto non lo fa, in quanto dubita, che non ha pronto il braccio di

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