Tommaso Campanella, Ateismo trionfato, p. 106

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cortesia domarsi, né se ne cava frutto, è lecito difendersi, e le
creature perverse che cercano con l’armi strugger l’evangelo, si
deono con armi ributtare, ma non provocare per far guerra, né
per interessi humani: ma vincerli con la bontà e cortesia e verità
e miracoli per farli ragionevoli, cioè christiani, che è il medesimo.
«Fides est suadenda, non imperanda», dice Bernardo santo.
E certo nulla cosa è più al vangelo contraria quanto sforzar
la gente ad esser christiani, perché il christianesmoè la stessa
rationalità che, ben intesa, per natura si abraccia, e pur al populo
questo è consiglio, perché tutti son capaci di tanta virtù.
Ma da cqui si vede che tutto quel che facemo contro i consigli
di Christo nasce dalla necessità e dalli peccati enormi, e
che sì come il peccare è contra natura e lo vivere virtuosamente
è naturale, così la legge di Christo con i suoi consegli è la
stessa legge della natura pura innocente, e che per la pravità si
permette quel che, essendo tutto il mondo ragionevole, cioè
christiano, non bisognaria permettere. E perché «un apice
non caderà della legge che tutto non sia osservato», è forza
dire che a questa legge il mondo stanco di guai si riducerà, e
«fiet unum ovile et unus pastor», e per questo è cosa santa
pregar per li nemici che diventino buoni, et è molto ragionevole
in filosofia buona. E son certo che questo regno di Christo
è simile al fermento posto intra tre misure di farina, che
è l’anima, il corpo e la fortuna delle genti, finché tutti saremo
fermentati, in modo che tutto il Mondo sia christiano.
O veramente le tre misure son la potenza, la sapienza e
l’amore, delle quali costa ogni ente et ogni ragunanza e republica,
li quali son ancora farina naturale, o guasta, fatta tirannide,
sofistica et hippocrisia: ma questo fermento di Christo
li riducerà a fratellanza, senno e charità.

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