Tommaso Campanella, Ateismo trionfato, p. 119

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pur nol poteo negare, si vede che camina secondo la
natura ancora, perché ci congiunge tutti in una mensa in amore
scambievole in Christo, e ci fa di lui ricordare e pensare di far
et osservar quel che ci ha insegnato.
E per magia naturale questi ricordi, simboli e cerimonie ti
fanno imbibire et affeztionare di quella cosa per cui la fai, e le
reverenze, sberrettate, e ceremonie, e mangiar insieme riconciliano
l’amicitia, e ti piantano in mente l’imagine dell’amico,
e così a pensar di quello e far quel che si dice più ti inchina
l’animo che al suo contrario.
Della confessione secreta già si è detto sopra, che è naturale
pentirsi del peccato, anzi la pena che segue ti avertisce, come
la podagra ti riprende della crapula, l’ansietà dell’avaritia, la
vergogna della dapocagine, le risse dell’ingiuria, e molti senza
legge di Christo, quando fanno errore, si percoteno, e se parlan
male, si mordeno le labra in pena e si maledicon se stessi.
E Socrate intese questa giustitia voluntaria esser la vera e rationale
del filosofo. Et è naturale a chi erra fidarsi dell’amico
più savio, e dire: ho fatto il tal errore, dimmi come ho di
guardarmi, e cercar consiglio. Dunque il sacerdote,
per guardarti di errare, ti dona la penitenza in ricordo e sodisfattione
de la giustitia divina; ti fa sodisfare alla parte offesa,
ti purga l’animo et illumina a viver meglio, e ti fa membro
utile, che prima eri nocivo alla republica.
Ma chi si burla di questo sacramento utilissimo miri li suoi
servi et amici come, senza quello, lo tradeno, rubano e consumano,
e l’Inglesi di ciò si lamentano, poi che lasciaro questo
sacramento.
Et invero la giustitia esteriore leva dalla republica solo li
peccati publici e di quelli che son soggetti alla legge, ma all’
occulti, e delli principali e magnati non si può sovvenire se

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