Tommaso Campanella, Ateismo trionfato, p. 124

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e di altri populi africani: ma non ci è bisogno, perché nullo
Macchiavellista aduleria alle sciocchezze loro.
Per ultimo\ la legge di Mosè par veramente cosa data da
Dio, ma a fanciulli finché crescano, e tali erano li hebrei stando
in servitù di Egittii, e fatti d’animo rustico e vile, e
come disse Homero:
Dimidium sane ingenii Deus abstulit illi,
qui in miseram servi fortunam venerit unquam.
Onde bisognò ammaestrarli ancora come havessero a evacuare
il corpo e coprissero lo sterco, il che fan le gatte naturalmente;
che non mirasser le bestie quando si fotteno, per levarli dal
pensier lascivo; che non pigliassero la matre et i figli nel nido
di ucelli; non cocessero il capretto nel latte de la matre e
molte simili cose, e certo in queste cose ci fa veder pietà molta,
parte magia naturale assai, parte significati morali e divini,
come insegnai altrove: però non è lege di huomini liberi, ma
di servi ignoranti sottoposti alla creanza del pedagogo.
Le cerimonie poi del mangiare e vestire e differenze di cibi
erano utili a quella rustichezza loro, e per la lepra che pativano,
naturale a quella gente. Ma tutte queste cose son tolte da
Christo, che mirò solo a far l’huom buono secondo Dio, perché
chi è tale egli stesso è legge a se stesso, e saperà da sé
osservare quel che è buono a sé et al prossimo, e non lo faciendo
lo lasciò corregere dalle bolle e prammatiche
humane di più savii, convenienti a varii paesi in varie maniere.

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