Tommaso Campanella, Ateismo trionfato, p. 127

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infra. Dunque ha più larga signoria fondato Mosè et in più
nationi.
Ma l’empio replica che Ciro prese più nationi che Mosè:\
questo è argumento di sciocco, perché non consiste in vincer
con l’armi la eccellenza dell’huomo, sendo questa vittoria di
forza pur propria alle bestie, ma con la ragione, che è
proprio dell’huomo, et in tal modo più vinse Mosè, e sempre
ne va guadagnando, e Ciro andò perdendo, che la sua legge e
signoria hoggi è annichilata.
Di più, dico che ci è regno di animi e di corpi e di fortune.
Chi vince le fortune e non li corpi, è corsale predatore, e
non può fondar signoria; chi vince li corpi e le fortune, non
gl’animi, fonda subito signoria e subito la perde, come il
Tamerlano e Gratiano e Vitellio e Foca e simili imperatori.
Chi vince gl’animi e li corpi e fortune insieme, subito regna
e lunga signoria tramanda alli posteri, come fece Macometto
e Cesare e Cinghi e Costantino et altri etc. Ma /chi solo
gl’animi e corpi fa il medesimo con più alti muodi, et a
questo sequeno le fortune poi, come fece Mosè, che in un
deserto donò leggi, prese gl’animi, dominò alli corpi, ma
non ci era robba da vivere, e con miracolosi modi mantenne
quel dominio, e lo tramandò a posteri. Ma\ chi piglia solo
gl’animi, vince tardi a fondare imperio, ma per esser disarmato
perde la vita: se ben quanto la dottrina è più divina,
più dura, e quanto più è contrastata, più si accende. E così
fu Christo e li profeti, che guadagnaro l’animi de la

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