Tommaso Campanella, Ateismo trionfato, p. 14

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So che tu stai nella sommità del monte stoico, e miri con
scherno le bassezze di questa vita; né perché io ti lodassi la
padria nobilissima Imperiale, e l’ingegno arguto, e li pensieri
heroici, e l’attioni gloriose, ti moveria a fare quel che per natura
hai fatto, prevenendo me in tutte benedittioni christiane.
Fa dunque secondo il tuo genio, che mi soprabondarà
l’aiuto dal cielo e da la terra. Io qua tocco l’occulti humori
peccanti del corpo infermo della Repubblica, et alli medici
empirici parerò sciocco: ma gl’ammalati conosceranno il benefitio.
Né potrà dir il Macchiavellista di questo, e degl’altri
secoli passati e futuri, che ho dissimulato l’argomenti suoi
sottili. Per Macchiavellista intendo ognun che vive per astutia
fondata nell’Amor proprio e nella miscredenza della
Religione: della quale solo qui si vede il quia. Che contra ogni
setta altrove minutamente disputai, e li dogmi christiani con
ogni minuta disputa trattare intendo in altro luoco. Siati questo
un mio ricordo, e voltalo in lingua Germana, come pur lo
Dialogo, e ti racomando i miei libri tutti, come Dio me racomandò
a te. Liberator ne tardaveris.

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