Tommaso Campanella, Ateismo trionfato, p. 171

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credenza {l’eucaristia}, né più suggetta alli scherni altrui: e se io non fosse
certo che l’ha instruito Christo per testimonio di 4 evangelii
e di san Paolo, e che Christoè la prima ragione, non haverei
mai filosofato ad accertarmi di tal credenza.
Certo Christo è la sapienza di Dio a cui è possibile ogni
cosa, e disse che ’l pane sacrato era corpo suo, dunque è forza
che nel pane si faccia qualche gran mutatione, mentre il sacerdote,
secondo Christo instituio, per sua ricordanza dice
quelle parole con fede. La forza della fede è in magia naturale
che muta le cose alle volte, come dice Avicenna, et io mostrai
nel 4 De sensu rerum. Dunque la fede sopra naturale
assai più farà. E se il Re, donando il titolo di suo conte o
consigliero ad alcuno, fa mutanza in quello stupenda di pensieri,
di attioni, di vestire e di vita, assai più si deve stimare
che fa mutanza Christo nel pane, dandoli titolo di suo corpo,
e che sia vera la transustantiatione, e che non sia segno di
Christo estrinseco solo come il lauro è segno nel fondaco del
vino, che ivi si vende, ma che sia segno sostantiale, come è
l’ampolla del vino stesso, che si pone inanti al fondaco pure
per segno che vino vi si vende; e questo segno è più
degno di Christo, e non vedendosi la mutanza estrinseca, per
dar luoco alla fede pia et alla comunione, è ben credibile che
dentro vi si faccia, se Christo è più che Re humano nel trasformare
i suoi titolati.
Questo anche conviene alla bontà divina, che se nacque e
morio per noi, amando star con noi, ci habbia lasciato se stesso
in sacramento, perché noi più ci unissemo a lui in quello, e

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