Tommaso Campanella, Ateismo trionfato, p. 174

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Che li turchi si burlano, e li calvinisti e gl’hebrei, poco
importa, perché non intendeno il secreto, e non sanno che
Christo è la prima sapientia. Ma non si burleria Trismegisto
se vivesse, e li sapienti magi, che di questa sapienza
fur intendenti, né senza gran senno e carità si può capir questo
mistero.
Lo scherno delle mosche e vermi e topi si può dir in ogni
cosa sacra pur tra l’altre nationi, e nelli tempii e nell’altare del
testamento cagavano le mosche, non per questo è scorno a
noi, né a Dio. Dio pure è in ogni cosa, dunque non doveriamo
orinare, né far altre sporchezze, per non offender Dio.
Questa è stoltitia, perché Dio è eminentemente nelle cose, e
tra le cose non ci è lordura, né male, né sporchezza rispetto al
mondo et a Dio, ma solo rispetto alle parti.
Quel che a noi è brutto et amaro, piace al cane, al porco,
all’alberi, e quel a loro è sporco noi lo mangiamo. Il zibetto si
coglie dalli testicoli di animali, e testicoli di castore alcuni reputano
il muschio, e ’l freddo par brutto al caldo, ma non alla
terra, et al febricitante par bona l’acqua, che è odiosa al tedesco.
Hor Dio, che è ogni cosa eminentemente et è per tutto,
di nulla cosa è offeso, e chi non intende questo è di giudicio
rozzo e stolto, che ogni cosa misura col suo sentimento
grosso particolare e meschino, non con la misura dell’essere e
del vero universale et assoluto, tutto gioia al tutto, come sopra
mostrato habbiamo.
Sì che non perché li estrinsechi accidenti dell’eucaristia sono
dalle bestiole scherniti, et in quelli si convertono, tenendo
vece di materia, o si brugiano, si deve stimar che Christo Dio
pata, e questo fanno, perché non hanno religione in quella
cosa come noi, però non portan riverenza.

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