Tommaso Campanella, Ateismo trionfato, p. 197

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senza errore. Dunque alli sensi purgati e netti è legito dar
fede; e così è naturale credere alli sensi altrui, perché noi non
possiamo ogni cosa col nostro senso vedere, e la scienza delle
cose passate non saria scienza, né delle cose assenti. Ma perché
li sensi degl’altri son pur veri e serveno alli nostri
consimilmente fanno scienza.
Poi soggionsi: Ma solo alli testimonianti degni di fede si
deve dar fede per fare scienza, e quali son degni di fede? Quelli
che han visto il negotio con i sensi proprii, e non parlano per
opinione, e che son conformi tra loro e non discordanti, e chi
dall’altre historie hanno contestimonianza di verità, ma non
di malignanti e contrarii, e che non si trovano bugiardi contra
altre historie verificate con tutti modi di verità, e che pur da
nemici son approbati, benché questo non è sempre necessario;
ma che siano buoni non interessati, non sogetti a danari,
né ad ambitione, come li poeti et historici venduti, ne manco
a timore di tiranni, e chi parlano con costanza e sicurtà senza
vacillare, dalle quali conditioni tutte si scopre chi non siano
ingannati né ingannatori.
Hor tutte queste conditioni trovo in Christo e negli apostoli.
Anzi non fanno altra professione che di testimoniare e
non di opinar mai. Ecco Christo primamente: «Amen dico
vobis, quod vidimus et testamur, et testimonium nostrum
non accipitis?», e parla con enfasi quasi dicendo: è
natural credere a testimonianti e tu non ci credi? et a chi crederai?
agl’opinanti etc. E s. Giovanni Battista si chiama testimone
di Christo, e li apostoli son mandati da Christo come
testimonii de visu: «Eritis mihi testes in Iudea et Ierusalem et
usque ad ultimum terrae»; e san Pietro elegantemente disse:
Avertite che non parlamo di Christo sequendo belle et argute
fabule, come si fa di Giove e di Mercurio e degl’altri falsi Dei,

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