Tommaso Campanella, Ateismo trionfato, p. 200

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non sono tra gl’evangelii: «Beatius est dare quam accipere»,
e si vede che Giovanni lasciò di dire le cose degli altri primi
scrittori, e disse quel che mancava molti anni dopo.
Di più, questi evangelii hanno conformità con gl’antichissimi
scrittori christiani che furo a quel tempo, come sant’
Ireneo, Policarpo, Dionisio, Clemente Romano, Ignatio et
altri coetanei, alli quali succede Tertulliano, Iustino, Lactantio,
Clemente Alessandrino, Origene e loro coetanei, che di
più haveano il vangelo secundum haebreos, e molti scritti non
troppo autentichi, e la chiesa non gli tenne come di poca auttorità,
benché Origene si serva di molti, e Clemente, e pur
san Girolamo; e sequeno poi Basilii, Crisostomi, Cirilli, Eusebii,
Geronimi, Ambrosii, Gregorii e tanta gente dottissima,
e tutti questi han trasmandato al nostro secolo le scritture
medesime, né fra tante persecutioni di tiranni e morti di christiani
e travagli di secolo e guerre di barbari mai si potettero
estinguere queste veritati da loro scritte. Ma quel che è più
stupendo, sempre li christiani crebbero di numero e di
forza, e se n’era ucciso uno, ne resuscitavano mille, proprio
come Christo ha promesso: «Si mortuum fuerit, multum fructum
affert». Ma si togli l’armi a Macomettani, subito la lor
setta si perde, come si è visto in Spagna, e nella falda de l’Asia.
Di più, concorda con loro Gioseppe, gran Rabbino hebreo
che scrisse le Antiquitati, et hebbe tante statue in Roma a suo
honore ritte a tempo di Vespasiano, il qual dice li miracoli e
santità di Christo, grand’huomo «in opere et sermone». E
soggiunge: «Si hominem fas est illum dicere». E pur di s. Giovanni
Battista fa memoria gloriosa, come gli evangelii, et assai
più di s. Iacomo apostolo. E ’l medesimo Egisippo scrisse in

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