Tommaso Campanella, Ateismo trionfato, p. 214

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portò l’acqua nel crivo, io più inchino a dire che fu Dio vero
che fè il miracolo e non il demonio della sua Dea, benché
potea ritener l’acqua con qualche arte. Et in tutte nationi Dio
favorisce l’innocenza, e quanti miracoli fè a Nabucdonosor et
altri prencipi del mondo gentili, ognun chi legge può saperlo.
Dunque concludo che non per questo Mosè è sospetto, e
dico che altre cose assai mostrano la sua verità e ci assicuran
delli miracoli.
È falsario Tacito che dice haver Mosè dato honor agl’asini,
perché quando egli non vole che sian sacrificati non lo fa
per honore, ma perché li reputa immondi, e così li cani, porci,
scimie et altri assai e dice: «Primogenitum asini
mutabis», ove concedeno alcuni hebrei che, quando Mosè
volle cavar l’acqua dalla pietra al populo, dicendo il populo
che la cavasse da una pietra mostrata da loro, non lo fè, ma
andò ad un’altra, e per questo sia stato punito da Dio che li
disse: Poiché non mi hai honorato, ma posto in dubio, come
se più d’una pietra che d’un’altra potesse cavar io acqua, e
non da tutte equalmente, non voglio che entri in terra di promissione.
Confessa pur Mosè questa sua disgratia, e dice esserli avvenuta,
perché non honorò Dio nel negotio dell’acqua: ma non
dice tutto questo. Hor può seguir che sia falsario, ma leale,
che dice tutto il vero. E si egli era furbo, non scrivea questo
punto sospettoso: donde prese Tacito occasione che andò a
trovar l’acqua dove vidde andar l’asini a bere, perché fra tanta
gente questo non si potea nascondere. Il resto di suoi fatti
mostra la verità di questo.
Ma quando miro alli miracoli di Christo, non si trova dubbio
di sorte alcuna, né in lui, né tra li suoi testimonii, e si vede
che caminando e senza pensare con l’ombra e con le vestimenta

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