Tommaso Campanella, Ateismo trionfato, p. 37

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scrivo, perché scrivo, et ogni artefice intende quel che fa nell’
arte sua. Vero è che\ il musico perfetto suona il leuto senza
pensar qual corda e come deve movere, mò questa, mò quella:
così par che faccia l’anima de l’huomo e del bruto e de la
pianta in queste opere. Ma bisogna che ci sia stato qualche
tempo quando imparò questa arte di movere, nutrire e reger
li corpi loro, come imparò il musico. Hor quando impararono
questi spiriti, se non da principio, e come si scordoro?
O gente cieca, guarda bene, che l’anima sta nel buio, e
fa queste operationi guidata da chi sta nella luce, e con varie
necessità, timori, dolori, amori, attrattioni, ributtamenti viene
all’opere sue destata dall’arte divina inestata nel Mondo
detta natura, seminata da la prima causa sapientissima, che
contiene in sé dentro e di fuori l’universo! L’arte è l’auriga:
l’amore e l’odio, cioè il senso del bene e del male proprio,
sono li stimoli di ogni attione, e la briglia e la sferza insieme;
et ogni atto particolare conosce ogni agente di quello: ma
tutti insieme solo la sapienza prima, che dona il senso del
bene e del male, e di conservarsi l’amore a tutti internamente.
Così come in su la galera ognun sa l’atto suo proprio, ogni
galeotto il suo remo movere, ma non quel de gl’altri; il temoniero
solo il timone opera e sa, et altri altri atti, ma tutti insieme
e dove vanno, e ’l fine della navigatione solo il capitano
conosce, che gli uffitii distribuisce, et altri con la sferza, altri
con lo stipendio, altri col desio di arrivar a casa, altri della
mercantia, move e conduce al fine comune. Però dunque
l’anima non conosce quel che fa, né sa fabricare corpi, né
reggere per sé, ma è guidata d’altro sapientissimo.
E come chi opera nello scuro qualche cosa non vede se
stesso, né pur l’opera che fa, e poi affaccia da la finestra e
dimanda altri di sé e del suo lavoro, e chi l’ha portato dentro
quello scuro, e come l’ha rinchiuso, e se fu quando esso dormia,
che non se ne ricorda homai. Così l’anima opera le sue

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