Tommaso Campanella, Ateismo trionfato, p. 59

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freddo son simili e convengon tra loro, sendo ambi attivi,
incorporei, diffusivi e son dissimili alla materia, che è inerte
e corporea, e non di meno con quella non han guerra, né
con la linea, né con il circolo, ma tra loro; et il Re al Re
combatte, non con un plebeo, et ogni simile ha il simile per
contrario, in quanto, sendo simili, appetiscono la medesima
cosa, e contendono di possedere una cosa comune, che non
basta alla voglia d’ambi loro. Dunque in Dio non son contrarii,
sendo egli bastevole bene a tutti; ma son contrarii
nella materia, la quale ognun vorria occupare per suo segio.
Ma insieme, e con la materia convenendo poi nell’essere, da
un primo ente tutti solo derivare possono.
/Potrai dire: quando il caldo combatte col freddo ambidui
ageno l’un contra l’altro; hor se il medesimo Dio concorre ad
ambidue attioni contrarie sarà in se stesso contrario, che vol
diverse cose. Dunque è meglio che siano dui o più Dei.
Rispondo che ambi i contrarii voglion la medesima cosa, et
ageno consimilmente, ciascuna diffondendo la sua simiglianza.
Dunque Dio concorre allo scaldare et al rafreddare in quanto
una cosa fanno, che è il diffondersi; ma non al patire, perché
un pate caldo, l’altro freddo, et in ambi è il mancamento
dell’essere in quanto patiscono, e non in quanto ageno; ma
permette la passione per la generatione degl’enti secondi; e
più aiuto in uno porge, e manco aiuto all’altro: in quanto
aiuto, fatto, et in quanto manco, permesso: del che vedasi la
Metafisica.\
Qui vedrai che nel Mondo non ci è odio, né ignoranza, né
bugia, né impotenza essentialmente, perché il caldo non odia
il freddo in quanto è, ma in quanto non è caldo simile a lui,
dunque l’odio è come l’ombra dell’amore: noi odiamo

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