Tommaso Campanella, Ateismo trionfato, p. 63

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buoni è cagion di corona e di gloria. E che l’anime, per purgare
e meritare, furno qua basso seminate si vedrà appresso. E
gli empii serveno a pii per darli gloria, e quel che avviene per
il peccato antico, si dirà poi, e come i bruti participano di
nostri mali, perché son cose nostre.\
Non son dunque li mali nel Mondo per negligenza o dapocagine,
seu impotenza o ignoranza di Dio, ma per fini altissimi,
parte da noi conosciuti e dichiarati in Metafisica, ma
moltissimamente più ignorati, e chi sa più <di> Dio, quello
può emendarlo,e deve bastar al politico saper che ci è Dio, e
non affettar d’esser pravo, perché ti fai vaso de l’ira di Dio, e
servi per contumelia et escrementi, e per suo boia e sbirro, e
per scandalo necessario alla gran fabrica dell’universo, et a te
roina.
È vitio del prencipe permetter male di cui non si sa né si
può cavar bene; ma a Dio che sa e può, virtù si deve stimare,
e l’ingiuria di Lucretia e la morte di Decio ti fan pensare che
tutti gl’atti mali son occasion di bene; e dove al prencipe questo
è noto e possibile, lo fa.

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