Tommaso Campanella, Ateismo trionfato, p. 82

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diavoli e di spiriti immondi, che vorrian far guerra al cielo, et
infestano gl’huomini con mille maniere, e che la luce purissima
che a noi viene è tanto manco viva di quella che sta sopra
l’aer caliginoso quant’è manco viva la bianchezza di
questa carta rispetto alla luce che noi vedemo; e che sopra
questa aria vi son millioni di millioni senza numero di spiriti
che adorano, serveno e glorificano il creatore, e volano d’una
stella all’altra sempre festegiando, e che sopra non ci è morte,
guerra, trasmutatione, dolore, malignità, errore; ma tutto è
bene, in più e manco grado di bontà e di felicità, e che questi
mali solo si trovano tra la terra e ’l cielo, dove conbatteno i
dui contrarii caldo e freddo, e per consequenza fan la trasmutatione,
mistura, e morte, e dolore.
Allora assai mi ammirai di molti pittagorici, che si pensano
entro ogni stella esservi terre, acqua, aria, animali e huomini,
come nella nostra. E quel che mi disse un amico sequace di
Copernico che li parea cosa indecente che vi fossero tanti
esistemi grandi più de la terra, e non havessero quel che la
terra ha e più.
E dissi: Questa imperfettione di trasmutamento e di contrarietà
se fosse in tutte le stelle, saria più indignità del
creatore: né le stelle sono otiose perché mancano di tali brutture,

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