Tommaso Campanella, Epilogo magno, p. 211

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[DISCORSO DECIMOPRIMO]
Del tempo.
Questo successo di giorno e di notte, di caldo e di
freddo, di unità et di moltitudine, e di moto et di quiete,
di mutatione et stagione, s'appella tempo, il qual da noi
si conosce per il moto del sole a noi più manifesto. Et questa
scienza ci donò il Senno, di misurare tutte le cose con la
parte di loro più conosciuta. Ma ogni misura,
oltre l’esser misura, è qualche cosa in sé stessa, a cui
avviene che noi ci serviamo di lei per misura.
[AVERTIMENTO.
a. Dicendo Aristotele che il tempo era misura del moto non
definì lui, ma l’uso del quale noi ci serviamo; e par malamente,
perché è misura ancora della quiete, et il moto del sole è misura
del tempo più ch'il tempo di lui.]

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