Tommaso Campanella, Epilogo magno, p. 232

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nella virtù. Come all’incontro resta nelle nevi il caldo
vinto nella possanza e vincente nell’apparenza, per non
esser quivi troppa corpolenza, ma freddezza
molta. Dal moto poi del caldo e dalla torbidezza della
materia et quiete del freddo vengono l’operationi miste, et
l’inattitudini et inertie all’attioni. E dal raro e denso
vengono tutte le materiali passioni et dispositioni, o temperamenti
che vogliam dire. Le figure poi sono termini
e testimonij del temperamento e delle virtù attive, temperanti
la positura delle particelle della materia in diverse
foggie, secondo ch'è necessario al grado della virtù loro
speciale et individuale. E volti delle figure sono i colori.
[AVERTIMENTI.
a. I gradi de calori rispondono ai gradi delle forze delle cose, e
ne misti sono noti da sapori e dalla copia della vehemenza dell’agere.
b. Perché la neve et il carbone sendo ambedue caldi, l’uno
è nero et l’altro bianco.
c. Appello temperamento non la mistione de contrarij di
Galeno et di Aristotele, a me vista impossibile: ma il grado della
passione materiale col suo certo caldo fatto si dice temperie del
agente et patiente, causa in sua forma.
d. La figura delle stelle è tonda per il moto e per l’unione delle
parti simili, dell’occhio per vedere a torno, del piede piana per

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