Tommaso Campanella, Epilogo magno, p. 248

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freddo dentro terra, come mostrano l’acque et gli antri
all’hora più freschi che in altro tempo, et ogni materia
dentro cruda et fuora arsa dal calor possente. E dove mandarà
il sole calor debole, quello rimarrà dentro, ché non
potrà presto attenuare et con la preda ritornare.
Però quivi inchiuso disporrà la terra in cose assai, che faranno
gran ordinanza et varietà nel Mondo et vario gusto.
Onde in ogni modo che operi l’un contrario nell’altro, sarà
che non faccia tutto quello ch'egli vuole, ma quel che ordino
io. Et così di providenza mia e di caso rispetto a lui il Mondo
sarà temperato, essendo caso e fortuna quel che avviene
fuor del pensare et volere della causa particolare. Et
perché io ho pensato et voluto ogni cosa, rispetto a me
nulla avverrà a caso, ma tutto ad arte. Astretto adunque
ogni caldo dalla necessità di rimaner dentro a questa mole
in cui s'adopra, goderà di vivere quivi e vorrassi nutrire
del vicino; onde odio nascerà tra tutti gradi
del caldo e tra tutti gli enti. Il quale havendo origine
dall’amor della conservatione di ciascun ente, desiderando
ciascuno d'esser sempre qual egli è simile alla mia Idea
per imitar me che sempre sono, d'onde tutti imparano ad
essere et operare, ne succederà che tempra d'amore et odio
per tutto sia, et che questo a quello sia ordinato, et male
non ci sarà se non respettivo ma non essentiale, perché
tutto è bene dal primo Bene.Ma la diversità et moltitudine

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