Tommaso Campanella, Epilogo magno, p. 277

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Può star anchora che si faccia manna nell’aria
di vapori consimili et puri, fatti di calor blando et di materia
equale, congelati in aria dal freddo e dalla somiglianza
fra loro tenaci. Questo avviene quando in ogni parte si
ritrova manna. l’istessa manna o miele da maggior caldo
cotta nell’aria diventa amara, et consuma - dove casca - le
biade. Se ne fa anchora una consistenza di vapori fetidi
et fuliginosi congregati nell’aria nell’assenza del sole, i quali
poi, con tal infetta qualità cadendo, i teneri semi delle
biade seccano et ammazzano. Il medesimo fa la nebbia
fuliginosa nel mese di maggio, generata di calor
forte et di terra arsa et bagnata.
[AVERTIMENTO.
a. Ma questa manna della quale parlano i Arabi scrittori
non ogni anno e nel medesimo luogho si fa, come la nostra di Calabria.]

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