Tommaso Campanella, Epilogo magno, p. 304

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lo stagno al rame, confusi in uno fanno il bronzo: cosa più
forte dell’uno et dell’altro, perché sendo frangibile il rame
per la sua porosità avvenutali dall’arsura e dall’arida terra
liquefatta in lui, et essendo lo stagno flessibile per l’equalità
della materia sua molle, vengono a ricever quello da questo
la pienezza delli suoi pori, et questo da quello la stabilità,
onde fanno un sodo più unito et più tenace et rigido.
Il ferro anchora nato di terra liquefatta conversa
in pietra negra et poi sciolta in liquor più flessibile per la
separatione della sua arenosa et arida sodezza, s'egli più
volte vien liquefatto et attuffato in acqua consperso di
polvere di marmo, diventa acciaio, cosa più dura, manco
flessibile et più frangibile. Imperoché perde con liquefarsi
la sottigliezza, et col freddo agente a vicenda riceve
più sodezza, et da gli atomi del marmo frangibilità anchora.
Onde si può scoprire che la pietra consta di materia più
densa privata del tenue, e 'l metallo di lenta non in tutto
privata, e 'l legno di lutiva e fumosa manco indurata:
sebene in tutte tre consorterie vi è il denso, il
lento, il molle, il lubrico, il liquido, il fumo, ma dove
più dove manco d'un di loro che dell’altro. Onde tornando

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