Tommaso Campanella, Epilogo magno, p. 310

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[LIBRO QUARTO]
[DISCORSO PRIMO]
Delle piante.
Disse poi il Senno che per bellezza del Mondo et per
nutrimento de gli animali et per sostanza dell’arti terrestri
et marine et per molti altri usi del Mondo nascessero le
piante, di quel calor blando che la terra già haveva fatta
molle et lubrica: dentro la cui lubrichezza una
sottilità come aere - dove esso caldo più si compiace stare -
essendo ingenerata, cominciò a spuntar sopra la terra et
andar in sù. Ma essendo essa sottilezza attaccata a quel
grosso humore, non poteva da lui staccarsi: perciò lo tirava
fuori seco. Et subito uscendo dal circostante freddo che
l’aere porta, fu addensato il grosso, e '1 sottile dentro
rimase. Però volendo ivi vivere, perché sentìa freddo et
caldo fuori sproportionato a sé che la travaglino, per non
mancare il suo essere, essalando il troppo sottile invisibile

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