Tommaso Campanella, Epilogo magno, p. 326

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havevano distaccata con l’agitatione dalla terra o dall’altra
materia ove nasceano - a farsi alcuni organi et aperture,
onde non solo esse d'aere a lor simile, ma l’edificio
che s'appella corpo di consimili corpi nutrir si potesse.
Il calor naturale, continuamente agitando et scaldando
ogni mole in cui siede, la converte in sottilezza et la consuma
essalando: onde provide lo spirito fiammette alli corpi
dentro a quella, et li scalda et li trasmuta in quel modo
che fe' la propria mole, talché gli assembra a
lei, et poi per occulti meati la trasfonde in quelle parti
d'onde essalavano le particelle della mole assottigliata,
et suppliscono quivi in luogo di quelle. E se in più
copia entrano a farsi sostanza del corpo, che non n'essala
di quella in sottilità conversa, si fa augumento, se manca
decremento, se equalmente stato. Delle quali vicende si
compone il periodo della vita. Però ogni corpo vivo ha
bisogno di nutrimento, et ogni spirito avivante forma il
corpo con organi atti a tal vita: sì che piedi per andar a
trovar il nutrimento et per fuggir l’inimico, bocca et mani
per pigliarlo, et viscere per cuocerlo, fegato per distribuirlo
per tutti i canali a ciascun membro, et cuore
per convertirlo in spirito, et polmone per accendere il fuoco

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