Tommaso Campanella, Epilogo magno, p. 328

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ricettiva. Questo composto di spirito et corpo in parti
et organi distinto fu appellato animale, perché
l’anima è esso spirito agente, caldo, sottile, movente et
sentiente, e il corpo è sua stanza et instrumento vivo
organizato, in cui s'adopra in tante maniere a conservarsi
seco in quell’essere che a caso li venne rispetto a sé, ma a
ragione rispetto di Chi per mezzo della necessità et del suo
fato operava tanto in armonia del Mondo. Questo essere
divenne natura de gli animali, perché nel nascimento
l’hebbero sortito.
[AVERTIMENTI.
a. Lo spirito dell’animale, sendo sciolto, si move da sé, come
il polso e 'l nervo mostra, e però è atto a staccar la mole in cui
nasce e moverla, il che non può lo spirito della pianta legato dalla
densità.
b. La inspirazione da principio al animale lo vivifica e poi
lo mantiene.
c. Dalle cose viene la luce a noi et il moto per
l’aere, o la sostanza sottile et eshalante o la grossa, et il caldo, et
il freddo. E per tante cose tanti organi di sentire si fece lo spirito:
e più se ne venissero, più se ne farebbe.]

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