Tommaso Campanella, Epilogo magno, p. 342

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che fa il calor mordace per le parti nervose. Dunque la
fredda femina gettandò anch'ella il seme dentro il proprio
vaso, dove bisognava, e l’huomo in quel medesimo, viene
la borsa a chiudersi et scaldarsi, dimodoché il seme si fa
liquido.
[ AVERTIMENTO.
a. l’animale ha il suo calore denso et impedito dentro la
densità della sua mole, in maniera che volendosi diffundere non si
può da quella liberare, onde più la cuoce, e con essa si diffunde, e
poi l’organiza e fonde un altro animale. Ma il sole havendo il calor
copiosiosimo e robustissimo, volendosi diffondere, non porta seco
parte della sua materia, perché quella non lo trattiene né l’impedisce,
essendo già in tutto dalla sua robustezza vinta et attenuata:
talché diffondendosi il sole senza materia, non pate mancamento
come l’animale pate, ma solo moltiplicazione, la qual pur riceve
l’animale diffundendosi con mancamento proprio.]
[DISCORSO SESTO]
La fabrica dell’animale.
Ma perché è di parti dissomiglianti composto, cioè di
pingui, di viscose, di liquide et spiritose, mentre lo spirito
in lui chiuso s'aggira per uscire, ne fa un'ampolla grossa

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