Tommaso Campanella, Epilogo magno, p. 366

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z1. Contra Aristotele la sete non è sempre desiderio di freddo
ma bene di humido che più smorza la sete: se non quando si mangia
arrosto o pepe che fanno accensione, onde è uopo mitigar l’ardore
col freddo et augmentar il calor spiritale con l’humido, che di facile
si converte in spirito e si appiglia di caldo, come appar nell’acqua
nella calcina gettata, talché accresce la copia del caldo et aumenta
la forza e l’ardore. Et errò il Tilesio contra sé dicendo che la sete
non può smorzarsi se non da liquor freddo, ché ciò è vero nella
sete accidentale per il pepe e non nella naturale, perché i Giapponesi
beveno caldo al fuoco e smorzano la sete e viveno meglio.]
[DISCORSO SETTIMO]
De sentimenti estrinsechi.
Perché l’animale è un spirito innestato dentro ad una
corpolenza grossa organizata in varij modi di
figura et dispositione et distinta da lui in parti continue
et contigue, secondo che fu mestiero alla conservatione
d'esso spirito principalmente e della sua casa secondariamente,

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