Tommaso Campanella, Epilogo magno, p. 391

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cui sovrana stanza è il capo, la membrana la tapezaria,
il cerebro il letto molle (perché - urtando all’osso et alla
membrana - non patisse il delicatissimo spirito signor
della stanza), e due sale dentro al fronte dove lo spirito sta
a spasso e negozia le cose di fuora, et una cameretta dietro
cinta di più forte osso dove si ritira a cogitare lontano
da sensi, e la camera in mezzo la più inferiore al cerebro
dove mangia il sangue che ivi nel plesso retiforme (come
sopra la mensa) in lui si converte, et uno infundibolo
per dove espurga la pituita che dai fumi a lui ascendenti
e congelatisi face e la transmanda alle
fauci -, così di fuor ha fatto la casa e la cità, e a quella
fece le finestre che rispondono alli occhi, el letto al cerebro,
e le camere alle sue ventricelle dove si fa consiglio, dove
si mangia e dove si sta a spasso. El resto del corpo fa
ancora idea delle cose che hanno trovato gli huomini:
perché il camino alla bocca, il pignatto al ventricolo, i
lambichi alla budella, la dispensa al fegato, la cucina al
cuore, la latrina al culo, le pietre della fabrica all’ossa, la
calcina al glutino che li lega, alla carne il terrapieno, la
scarpa del muro alla cutenna, l’arme all’unghe e corna, i
cavalli a piedi, le corde a nervi, il petto degli uccelli alla
nave, i remi all’ale, e così di mano in mano tutte le cose

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