Tommaso Campanella, Epilogo magno, p. 458

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[DISCORSO SECONDO]
Della memoria.
Sendo lo spirito mobilissimo e corporeo et attissimo a
sentire e ricevere diverse cose insieme, gode di sentirle
perché diventa scienziato e sa quali cose lo conservano e
quali lo distruggono, e perché dalle cose spesso è invitato
alla sua conservazione mentre è mosso, e ci si serba col
moto proprio o per attione. Queste passioni restano in
lui come nel mobilissimo aere, perché durano. Ma sopravegnendo
altri et altri moti dalle cose infinite che egli sente,
par che più non le conosca, perché rimangon sopite nello
spirito; e s'altre fiate da quelle non è mosso, se ne scorda
a fatto, imperoché, eshalando lo spirito che fu
mosso, non communica a lo spirito che di nuovo si genera
se non quelli moti c'ha in atto, o ch'hebbe con forte impressione
perché più volte furo sentiti overo una volta potentemente.
Per questo un fatto di guerra, una percossa
e una festa non si dismentican mai, benché solo una volta
occurressero. Coloro che hanno spirito sottilissimo e caldissimo,
perché nel fegato e nel cuore hanno gran caldo,

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