Tommaso Campanella, Epilogo magno, p. 459

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son prontissimi a sentire, perché cotal spirito da ogni
cosella e lontana e vicina per la sua sottilità viene a patire:
e l’aere nel quale si fan tutte le cose, affetto di quelle,
facilmente intrando per il naso al cerebro le communica,
non solo le presenti cose, ma quelle ancora che alle presenti
succedono come effetti alle cause. E costoro son
profeti naturali per la sottilezza dello spinto movibile e
sagace, che subito sente le cause, e subito scorge in esse gli
effetti correndo di moto in moto simile; ma non tengono
a memoria le cose che sentono, perché lo spirito sentiente
eshala innanti che communica le sue passioni allo spirito
che dal sangue in lui si converte. Ma coloro i quali hanno
spirito grosso, perché le viscere non sono molto
calde che lo possino assottigliare, difficilmente sentono, imperoché
il lor spirito non è mobile e passibile se non da cose
grandi, e non tengono a memoria se non le cose communi
che sempre sentono o le particolari di possente impressione,
e sono inetti alle scienze speculative. Così l’aqua, essendo
grossa, riceve e ritiene il moto manco che l’aere. Felice
memoria hanno coloro che son dotati di calor moderato e di
spiriti non tanto sottili che eshalino subbito senza ritentiva,
né tanto grossi che subbito non apprendano la cosa
che li muove: come son le genti che habitano nelli climi

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