Tommaso Campanella, Epilogo magno, p. 484

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non avviene a lui che 'l faccia se non per qualche somiglianza,
come s'havesse visto che d'una pasta si facci molti
pani e d'una figura molti suggelli. Però questa imaginativa
sarebbe falsa, perché dividerebbe l’universale dal particolare,
quale mai si trovò diviso. Così erra chi dicesse che il
sole non è caldo né lucido, imaginandosi questo da perché
vede due petre non calde né lucide percotendosi
gettar fuoco, imperoché l’imagine non risponde all’imaginato
nel sentimento esteriore esquisitamente, poiché il sole non
percuote et non è duro, o almeno siamo di ciò dubij, sendoci
ragioni in contrario. Però chi più dal senso si discosta,
più all’imaginativa vana corre et fa scienza fallace; et chi
più s'accosta al senso, più dall’imaginativa si discosta et
fa discorsi più veraci. Però le raggioni si pesaranno secondo
la vicinanza et lontananza di questi due saperi.
Questa virtù di moversi, quando è fatta ad arte nello spirito
corporeo per significatione, è bella, perché significa
l’habilità dell’animo ad ogni cosa componere e distinguere
pronto. Et quando è in spirito sottile fa habilità
nelle mathematiche et metafisiche scienze et nelle morali,
che trattano le cose non esposte al senso che si figurano
con l’imagini sensibili; et serve assai a chi parla per persuadere

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