Tommaso Campanella, Epilogo magno, p. 487

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che di nuovo si genera. Quinci è che molti doppo l’infirmità
han perduto tutta la scienza, perché tutto lo spirito
scientiato essalò et non communicò al successore altro che
la passione sua veemente del morbo. Altri poi si ricordano
della scienza in parte, perché non era copioso l’essalamento
loro et continuo, né tanto grande la passione che potesse
togliere tutti i movimenti della fantasia, ma solamente
impedirli: onde lo spirito, tornato alla prima
dispositione, per ogni nuova somiglianza può ricorrere a i
sopiti moti per lo medesimo flusso et reflusso continuo.
Et per non haver le stanze del cerebro nette d'humidità
et per non esser assuefatti, i bambini non si ricordano né
discorrono né s'imaginano bene, ma i vecchi ben discorrono
et poco si ricordano per l’uso et per la sottilità essalante.
[AVVERTIMENTI.]
a. l’intender l’universale conviene ancho a i bruti. Et se
bene dice la Scrittura che in loro non c'è intelletto, piglia all’hora
l’intelletto per la mente da Dio infusa, ma non per la conoscenza
dell’universale languida, perché Job dice che il gallo ha

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