Tommaso Campanella, Epilogo magno, p. 493

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porta l’altre passioni a noi. Ma gli huomini intenti ad
altri pensieri non sentono queste passioni, et però non presentiscono
i futuri effetti: ma i malinconici di spirito sottile
et passibile assai, per lo che fuggono il consortio
delli altri, ricevono più facilmente le passioni dell’aere et
predicono quel che segue a loro. Così mentre dormiamo,
perché vacamo dalle passioni estrinseche e dai negotij,
facilmente riceviamo le passioni dell’aere per il naso al
cerebro entrante et communicante sé stesso a noi. Toccandosi
un aere con un altro s'è freddo lo raffredda, s'è
caldo lo riscalda, se va in giro l’aggira, et per conseguenza
communica quel che in sé ha a quello. Così se li nostri
spiriti non fussero rinchiusi, col toccarsi si communicarìano
i concetti: il che hor fanno con l’instrumenti vocali, per esser
chiusi et non potersi communicare tutti totalmente. Così
l’aere, toccando lo spirito nostro, communica le sue passioni,
et all’hora più quando lo spirito più ci pensa
temendo o amando. Però, veggendo l’amico assente questa
sera, questa notte potrò sognarlo, se l’aere è sereno, non
disturbato da venti né da pioggie; e tanto più se ci penso,
perché mi dispongo a quel moto. È questo spirito
mondiale consperso di tante sensationi passate, che può
anchora nuove congetture imprimerci: et quando è caldo

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