Tommaso Campanella, Monarchia del Messia, p. 103

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rispondo che Christo la guadagnò col sangue, e però non l’essercitò
prima ordinariamente se non quando entrò trionfante come Messia
e scacciò quelli del tempio con forza di mano. E che differente via si
tiene nell’aquistare, e nel conservare, perché con sangue e senza forza
pigliaro il mondo gli apostoli, ma è necessario con forza difendere
gli fedeli e stirpar gli iniqui, che non infettin gl’altri. Né da questo
segue che i discepoli non l’habbino, o che siano maggiori di lui
havendola, perché questa non è maggioranza sopra Christo, ma
dono di esso Christo quando Ascendens in altum dedit dona hominibus.
E fra li doni è la potestà che diede a suoi d’ogni sufficienza
dotata, se fu egli sufficiente legislatore. Però in primo loco dedit apostolos,
2° evangelistas, 3° doctores, 4° gratias curationum
, e doppo
questo gubernationes et opitulationes che son li prencipati temporali.
Poi pur Christo disse: Qui credit in me, opera, quae ego facio, et ipse
faciet, et maiora horum faciet
. E ciò si è visto, che san Gregorio teumathurgo
e san Giacinto, che resuscitaro morti, et altri santi han
fatto maggiori miracoli che quelli di Christo, non però sono maggiori
di Christo, mentre li fanno in virtù di Christo, e non propria.
Ma questa fu più eccellenza di Christo, che si glorifica anche nelli
strani, e nelle vesti hebbe virtù, e Pietro nell’ombra, e molti patiro
più gran tormenti che Christo, ma in virtù di Christo, qui vincebat
in illis
, dice sant’Agostino. Però è nulla la conseguenza: similmente
Christo vivendo non mandò gli apostoli fuor di Giudea, e doppo li
manda per tutto, perché procedette con ordine a tempo conveniente.
Al quinto, è vero che disse san Paolo: Arma militiae nostrae non
carnalia
. E questo è vero nell’aquisto, perché Christo venne ad
aquistare il mondo non per forza, come tiranno, ma con la raggione
viva facendolo rationale. E questo dono, che è suo, poi li sottopone
a lui prima raggione de iure: ma il tiranno piglia, e non dona cose,
onde poi habbia ius di pigliar regno sopra i vassalli. Nondimeno

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