Tommaso Campanella, Del senso delle cose, p. 192

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Può essere che ciò patono mentre vive la tarantola, fonte di
quel danno, perché, vivendo la causa, l’effetto è più vivo, ancor
che assente, per natura e communicanza dell’aria e del consenso
del mondo, ché quella influenza che aiuta l’uno aiuta l’altro e, morendo
la causa, l’effetto patisce ruina, perché l’influenza nemica
che uccide la causa è dell’effetto pur contraria. Parlo in commune
ragione, ché ben so in particolare questa esser falsa per altre
circostanze, poiché, morto il padre non muore il figlio, sendo di
lui più gagliardo e di altra nuova virtù in lui cresciuta avvivato. Ma
io esperimento che sempre che pate un amico, guai patiscono gli
altri amici anco lontani, e così nel bene li vidi communicare, perché
l’amicizia viene dalla similitudine, e quelle cause che servano
una cosa, servano la sua simile.
Stupenda cosa è quella de’ morsicati da cane arrabbiato, o gatto,
che non si sentono male per spazio di quaranta giorni, e poi
languiscono e strillano nel medesimo modo del cane o gatto, e
mordono l’altra gente, com’essi morti furono; non ponno mirar
nell’acqua chiara; alla fine baiano come cani o gatti e perono arrabbiando,
e gittano dal membro seme come cagnolini o gattelli,
e si trasformano tutti in cani, e muoiono rabbiosi e miseri pensando
essere cani. Talché si vede come l’ardente spirito e umore
del cane, lasciato nella ferita, a poco poco vince il temperamento
- come il quaglio tutto il latte - e lo converte a sé, onde lo spirito
s’infà di sorte che si scorda d’essere umano, perché perde li moti
umani, e si pensa d’esser canino, ché tutto il moto canino in lui
vince, e l’imaginativa si fa canina. E poi, come il picciol seme del
grano muta la terra in grano, così quel poco canino spirito fa con
la sua veemenza nel mutare la temperie e il senso in sé, talché si
crede esser cane l’infermo, et è già cane interiormente, ma non
nella figura, perché, sì come si muta il cibo e il sangue in spirito di
cane dentro il cane, così si muta nel corpo nostro ancora, mentre
quel quasi canino seme è sì possente. E la mente infusa da Dio,
perché nello spirito è involta, pate la passione e prava credenza seco;
ma se avesse operazione propria, lo correggeria; né <si> può
difendere ella immortale senza lui.

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