Tommaso Campanella, Monarchia del Messia, p. 71

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CAPITOLO VI
VARIE OPENIONI HERETICHE, ET DE CATTOLICI DEL
REGNO DI CHRISTO, ET DELLA POTESTÀ DEL SOMMO
PONTEFICE, E DE PRENCIPI LAICI
Coloro che negano Christo essere Dio et huomo insieme, come
Hebione, Corintho, Fotino et Machometto, ponendolo profeta solamente,
vengono a dire che non sia signore del mondo, né in temporale,
né in spirituale, ma solo predicatore del regno de cieli, et che il
suo vicario, et successori, solo abbiano per consequenza potestà di
predicare et correggere li falsi predicatori con aiuto de temporali
prencipi, se questi vogliono ascoltare.

Coloro che credono essere Dio, et huomo, sono divisi tra cattolici,
et heretici; tra heretici ci è diversità, perché gli anabattisti dicono,
che Christo habbia tolto tutti li tribunali politici, et prencipati, per
quelle parole di Christo Reges gentium dominantur eorum, vos autem
non sic
, et che sia republica popolare senza preminenza di sacerdote
massimo et quasi anarchia.
Lutherani poi et calvinisti asseriscono la
politica secolare, et soggettano li clerici a quella, che dicono, che
ogni christiano è sacerdote, et che i ministri del publico sono li
vescovi, ma che non siano de potestà eguale, e si viva per democratia;
et avviliro il sacerdotio in questo modo: Erit ut populus sic et
sacerdos
, come fu promesso in pena; e questi lo fanno per gloria
diabolica sottoponendo lo spirituale al temporale, per poter senza
tema del capo soggettare li prencipi, et popoli ad ogni heresia.

Wicleffo poi et Marsilio Padovano, et Giovanni Hus, et li valdensi
asseriscono, il papa essere come curato, predicante, et ministro de
sacramenti; ma altri dicono solo della sua diocese, come gli heretici
lutherani, et calviniani, altri de tutti sopraintendente, come Marsilio,
ma che non habbia potestà secolare se non quanto li prencipi
secolari li donano, o permettono. Questo dice Marsilio, et un theologo

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