Tommaso Campanella, Monarchia di Spagna, p. 20

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IV
Dell’Imperio spagnolo
secondo la prima causa

Si vede la profezia del fine del mondo presto doversi verificare,
tanto nella natura, quanto nella politica, poiché le stelle fisse di tutti
dodici segni hanno mutato sito, e il Sole è calato a terra cento quasi
e dieci mila miglia, e gli equinozi trasposti indietro quasi 28 gradi,
gli apogei per 34, la via del sole è ristretta per 24 minuti tante
novità appareno, le quali cose secondo Platone <benché Aristotele
come ignaro di cose grandi e savio di logica e minutezze le neghi>
significano mutazione grande per tali esorbitanze di cose celesti, o di
diluvio, o d’incendio universale, o di mutazione di monarchie le più
grandi del mondo, ma secondo l’Evangelio, a cui Seneca accorda,
sono segni della fine del mondo.

L’imperio cristiano, che più degli altri osserva, sta sul
numero 1600, che è composto del settimo e nono centenario, numeri
fatali d’ogni monarchia, come scrive

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