Tommaso Campanella, Monarchia di Spagna, p. 24
iurisdizioni, e il suo imperio non crescerà più. Ma finalmente s’accorderà
col Papa e regnerà pacificamente sino al fine negoziando con la
Chiesa, come figlia di Tiro in muneribus pregando il Papa e cardinali,
secondo il Salmo e Isaia scrivono, ma non sarà in quella grandezza ove
ella aspira d’imperio universale. Ma di ciò si deve ragionare in segreto
e non scrivere.
Quanto al suo desiderio, io dico che, seguendo gli auspicii di casa
d’Austria, pure s’abbasserà, poiché Isaia, dove dice onus iumentorum
Austri, accenna che se non farà alcune cose, le quali interpreterò a
bocca, secondo il modo presente di governo rovinerà, come cadendole
di sopra un muro una lancella si fracassa, ma antivedendosi del
suo male si magnificherà assai. E si vede certo che essendo insertata la
casa d’Austria in Spagna, sotto i suoi auspicii si ritrovò il Mondo
nuovo e le navi cariche d’oro, che sono iumenta Austriae, e cominciò il
titolo monarchico, e il principato di tal grandezza sotto Carlo V, se
avesse saputo tenere come seppe acquistare. Ma poiché né anco sotto
questo il fato risponde a Spagna, bisogna dalle Scritture meglio intendere
come hanno ad accordare col tempo (dice un politico), e noi
diremo col fato e con Dio, per arrivare dove aspirano.
Dico dunque che il fine delle monarchie è già venuto, e che ogni
cosa ha da venire all’imperio de santi e della Chiesa, il che sarà finite le
quattro monarchie e morto l’Anticristo, che durarà tre anni e mezzo,
secondo Lattanzio, S. Ireneo, Tertulliano, Origene, Vittorino, S. Bernardino,
l’abate Gioachino, Dante, Petrarca e altri teologi, filosofi,
profeti e poeti, come altrove